Cristiano Godano, prova da solista per il leader dei Marlene Kuntz: «Fermiamo la mente, ascoltiamo il cuore»

Cristiano Godano, prova da solista per il leader dei Marlene Kuntz: «Fermiamo la mente, ascoltiamo il cuore»

di Rita Vecchio
Cristiano Godano per la prima volta solista. Il frontman dei Marlene Kuntz mette a punto il suo progetto senza la band con cui ha festeggiato trent’anni di carriera ed esce oggi con Mi ero perso il cuore. Il disco, anticipato da Ti voglio dire, viene presentato con il video Com’è possibile, nuovo singolo girato sui tetti di Roma.

Passati i cinquanta, si cambia? 
«Volevo scrivere canzoni che non per forza dovessero essere condivise con i Marlene. Ma il gruppo c’è e non si è sciolto». 

E il gruppo ha voluto? 
«Non me lo ha impedito. Il progetto dei Marlene è la mia priorità. Il portare le canzoni su territori diversi è una parentesi, come accaduto nella storia del rock a molti cantanti». 

Perché il titolo? 
«Si dice che la mente, menta. E prevarica sul cuore. Basterebbe fermarla. È la tematica del disco».

Com’è possibile ricorda Blowin’ in the Wind. 
«Cito Bob Dylan e ricordo George Floyd (“I Can’t Breathe”). Attuale anche se non è nata in questi mesi. Allude alle difficoltà e alla deriva sociopolitica. Anche al Covid, che ci ha fatto capire che la natura può ribaltarci in un attimo». 

Che pensa di Conte? 
«Non critico il governo. Ma la frase “gli artisti che fanno divertire” è stata poco felice. Non l’avrà detta in malafede, ma rispecchia la visione attuale della musica. Sembra non se ne capisca la valenza culturale».

Quarantena? 
«A Roma. In fase 2 ho girato il videoclip, sui tetti della città. Immagine meno sfruttata dei balconi: non mi sono mai lasciato persuadere dall’“andrà tutto bene”».

E i live? 
«Un grande punto di domanda. Per i musicisti è no. E poi sono autorizzati altri assembramenti». 

La musica oggi?
«Vengo dal rock, genere lontano dalla fascinazione dei giovani. I dischi muoiono, il digitale non remunera. Ne deriva un suono tutto uguale, indie e it.pop. Il contrario della mia storia. E i talent, risorsa fenomenale per portare a casa la pensione. L’arte deve essere il posto più originale possibile». 

Tornare a Sanremo? 
«Un contesto pittoresco non nostro, ma in cui ci siamo divertiti. A chi pensa che non sia palco per una band rock, rispondo che è idealismo sciocco. Non faccio bel canto, ma è il palco per la musica».

Un live con l’orchestra? 
«Mi piacerebbe molto».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 26 Giugno 2020, 18:03
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