Paul Haggis, ecco il suo Third Person: "Un
omaggio all'Italia con Scamarcio e Marchioni"

Paul Haggis, ecco il suo Third Person: "Un ​omaggio all'Italia con Scamarcio e Marchioni"

di Michela Greco
ROMA - Due Oscar per Crash, la firma da sceneggiatore su alcuni bellissimi film di Clint Eastwood e su un paio di 007. Depositario di una sorta di concentrato di sapienza cinematografica hollywoodiana, Paul Haggis ha deciso di distillarla nella Capitale, da oggi a sabato, con delle masterclass per circa 200 attori e uditori provenienti da tutta Europa. «Ogni scusa è buona per venire a Roma – ha detto ridendo – non è un segreto che l'Italia è il paese che preferisco».





Tanto è vero che nella Città Eterna Haggis ha anche girato il suo ultimo film, Third Person, che intreccia tre storie d'amore tra Roma, New York e Parigi e include un cast di lusso con Liam Neeson, Olivia Wilde, Adrien Brody, Moran Atias, James Franco, Mila Kunis, Kim Basinger, Maria Bello e anche i nostri Riccardo Scamarcio e Vinicio Marchioni.



Com'è andata con Scamarcio?

«È un ragazzo fantastico ed è diventato anche un caro amico. L'ho sempre visto fare personaggi romantici e mi piaceva l'idea di dargli un ruolo comico. Sono stato fortunato a poter dare ruoli piccoli ma importanti a molti attori italiani».



Da dove è partito per la storia di “Third Person”?

«Lo spunto me l'ha dato Moran Atias, che mi suggerì di scrivere un film sull'amore con più storie diverse. Come sempre, ho cercato domande a cui non sapevo rispondere e le ho esplorate».



Qual è il suo rapporto col cinema italiano di ieri e di oggi?

«Il mio cinema è molto influenzato dai registi degli anni 60, molti dei quali sono italiani, come Pasolini e Antonioni. Third Person è una sorta di omaggio per loro. Anche oggi il cinema italiano ha grandi registi come Sorrentino, Muccino, Castellitto, Golino: penso che dovrebbero essere più supportati».



Roma l'ha stregata...

«Tanto che ho scritto qui Third Person nel 2008 e ho girato qui anche le scene ambientate a New York e Parigi. Ero eccitato di stare a Cinecittà e bere il caffè nel bar in cui forse lo aveva bevuto Fellini».



Dopo questo film si è dedicato alla miniserie “Show Me a Hero” ed è stato protagonista di un doc di Alex Gibney su Scientology, da cui lei è uscito qualche anno fa...

«Per la prima volta con Show Me a Hero ho diretto qualcosa che non avevo scritto. Tocca temi importanti come il razzismo e l'antisemitismo, con un cast che include Oscar Isaac e Winona Ryder. Sono contento poi di aver partecipato a Going Clear: Scientology and the Prison of Belief: per me è sempre una liberazione, a prescindere dalle conseguenze. Gibney è un regista eccezionale e questo, che esce in America tra 3 giorni, potrebbe essere il suo film più forte».
Ultimo aggiornamento: Martedì 10 Marzo 2015, 11:25
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