Lo squalo colpisce ancora

Lo squalo colpisce ancora

di Remo Sabatini
ROMA - Ad oltre 40 anni dalla sua uscita nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, dove avrebbe mietuto successi ed una pioggia di dollari mai vista prima, Lo Squalo, il celeberrimo film diretto da Steven Spielberg e prodotto dalla premiata ditta Zanuck & Brown, non smette di stupire.

Perché se tutti (o quasi) hanno visto il film e tutti (o quasi) hanno ancora in testa il tema musicale che ha terrorizzato le spiagge di mezzo mondo, firmato da John Williams, tutti (o quasi) hanno in casa una copia delle varie edizioni del film uscite successivamente in formato DVD che celebrano la pellicola del 1975 con una sezione interessante e, per certi versi, spassosa che racconta il dietro le quinte di uno dei maggiori successi di Hollywood di sempre. Ed è proprio qui che nessuno (o quasi) ha notato un particolare perlomeno stravagante.

Zeppo di notizie e filmati inediti, il making of di Jaws, regala qualche curiosità ormai nota al grande pubblico. Lo squalo meccanico che non ne voleva sapere di funzionare, scene tagliate, la fine de film cambiata in corso per via della difficoltà di infilare il fantino Carl Rizzo nella gabbia con gli squali bianchi nelle acque australiane sotto la supervisione dei cineasti Ron e Valerie Taylor, lo sciopero ventilato dallo show biz statunitense che poteva significare la fine e l’interruzione delle riprese e tutta una serie di problemi che sfiancarono un giovanissimo Steven Spielberg alle prese con la sua seconda, grande regia.

Così, con le riprese che procedevano a rilento e i costi che continuavano a salire, i due produttori del film, Zanuck & Brown, cominciarono ad essere sempre più presenti su quel set naturale di straordinaria bellezza che l’isola di Martha’s Vineyard, nel Massachusetts, vicino alla costa meridionale di Cape Cod, rappresentava, l’ ideale Amity Island descritta da Peter Benchley nel suo Jaws.

Gli incontri tra la produzione e la regia e il cast si susseguirono. Lo stesso David Brown racconta di quanto la situazione fosse arrivata ai limiti del drammatico. Le sue parole sono suffragate da riprese dell’epoca e immagini e foto che lo ritraggono con Spielberg durante quei momenti dove la tensione era palpabile. E proprio in uno di quei momenti, raccontati dal filmato che, lo spettatore più attento, avrà avuto modo di notare qualcosa di strano, fuori posto. Una foto in bianco e nero, un frame di un secondo che ritrae i due, Spielberg e Brown, alle prese con una di quelle epiche chiacchierate. Dietro di loro, una parete. Costellata di fotografie... No, non si tratta di immagini del film (che ancora non era terminato) né, tantomeno, di paesaggi di mari e oceani. In bella mostra, infatti, qualcosa d’altro. Ragazze senza veli e in pose ammiccanti e con un certo carattere, una certa esuberanza. Devono aver turbato la fantasia di qualche appassionato di fotografia in quel periodo. Non è dato di sapere molto nel merito, d’altronde in pochi se ne sono accorti durante tutti questi anni. Nota di colore e spensieratezza che si aggiunge alla storia di un film che, nel bene e nel male, avrebbe fatto epoca.
Ultimo aggiornamento: Sabato 17 Dicembre 2016, 12:00
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