Italia, crollano i matrimoni e aumentano
le separazioni dei beni. Rito religioso flop

Italia, crollano i matrimoni e aumentano ​le separazioni dei beni. Rito religioso flop

di Mario Fabbroni
ROMA - Due cuori e due capanne. Trionfa infatti la separazione dei beni nei matrimoni d'Italia, scesi per la prima volta nel 2013 sotto soglia duecentomila (esattamente 194.057). Come dire che si sono celebrate 53mila cerimonie nuziali in meno negli ultimi 5 anni.



Un crollo verticale per il fatidico “sì”, se si considerano il picco raggiunto nel 1992 (con 312.348 matrimoni totali) e la ripresa registrata nell'anno del Giubileo (il 2000) che sembrava preludere all'ingresso in un Terzo millennio dominato dalle unioni tradizionali (284.410 matrimoni quelli celebrati allora).



Invece la tendenza si è clamorosamente invertita e non solo per colpa della crisi economica.

Perché, ad esempio, Camillo batte don Peppone - con il sindaco celebrante preferito al prete soprattutto al centro-nord - mentre è boom delle unioni civili. Soltanto 15 anni fa l'incidenza dei matrimoni civili non arrivava al 20% del totale delle celebrazioni, ma la scelta del rito civile per la cerimonia del primo matrimonio si è progressivamente diffusa in tutti gli strati della popolazione.



L'Istat fotografa quindi un notevole cambiamento, dovuto prevalentemente alla diminuzione delle prime nozze. I matrimoni tra celibi e nubili sono infatti passati da circa 200mila nel 2008 a 163.366 nel 2013.



Non solo. La maggior parte dei primi matrimoni (l'89%) si riferisce a celebrazioni in cui entrambi gli sposi sono cittadini italiani: ma è proprio questa la categoria nuziale in maggiore flessione. I fiori d'arancio “misti” vedono infatti tipologie curiose di matrimonio: l'anno scorso gli uomini italiani hanno avuto nel 19.2% dei casi una moglie rumena, nell'11% un'ucraina e nel 6,2% una brasiliana, mentre le donne italiane con marito straniero hanno scelto più spesso uomini provenienti dal Marocco (13,7%), dall'Albania (9,2%) e dalla Tunisia (6,3%).



Enorme il salto fatto dai coniugi del Sud Italia verso il regime di separazione dei beni: scelta che ha caratterizzato il 69,5% (2 su 3) dei matrimoni totali nel 2013.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 13 Novembre 2014, 08:29
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