La prevenzione necessaria dopo l'infarto:
l'evento dei cardiologi italiani per i pazienti

La prevenzione necessaria dopo l'infarto: l'evento dei cardiologi italiani per i pazienti

di Antonio Caperna
Oltre 135mila eventi coronarici si registrano ogni anno in Italia e circa un terzo risultano fatali. Le persone che hanno avuto un infarto corrono un forte un rischio di svilupparne un secondo. Nei primi due anni successivi all'infarto la probabilità di essere nuovamente ricoverati è superiore al 60% dei casi e il 30% di questi è dovuto a una nuova sindrome coronarica acuta.

La buona notizia è che l'impatto delle recidive da infarto si può ridurre con una dieta equilibrata, l'attività fisica regolare, evitando il fumo di tabacco e, soprattutto, controllando i fattori di rischio, in particolare il colesterolo: tutte le evidenze indicano che mantenere stabilmente il colesterolo LDL al di sotto di 70 mg/dL diminuisce di circa il 25% il rischio di un secondo evento. Alle persone che hanno avuto un infarto è dedicato il progetto educazionale Amico del cuore - Dopo l'infarto il colesterolo conta, promosso dall'Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri, ANMCO, dalla Fondazione per il tuo cuore e da Conacuore, con il supporto non condizionante di MSD.

Un grande evento di formazione e informazione in programma sabato in contemporanea in 14 città italiane, collegate via satellite, il sito www.amicodelcuore.it, un video e materiali educazionali distribuiti attraverso le UTIC e le cardiologie, informeranno i pazienti sull'importanza di cambiare il proprio stile di vita, controllare regolarmente i valori del colesterolo, assumere con costanza le terapie prescritte e, se non si riescono a raggiungere i target terapeutici, rivolgersi subito al medico.

«Settanta è il limite sopra il quale non deve mai salire chi ha avuto un infarto. Il consiglio è di assumere con costanza tutte le medicine prescritte, di rivolgersi al cardiologo o al medico di famiglia se non si riesce a raggiungere il livello terapeutico, di condurre una vita sana con particolare riguardo all'alimentazione», afferma Michele Gulizia Presidente ANMCO, Direttore UOC Cardiologia, Ospedale Garibaldi di Catania. «A tutti i pazienti viene prescritta una statina con evidenze di efficacia a raggiungere i valori target - aggiunge Furio Colivicchi, Direttore UOC di Cardiologia all'Ospedale San Filippo Neri di Roma. Ma circa il 10-20%, dei pazienti è intollerante alle statine oppure non le tollera a dosaggi elevati. In questi pazienti si segue una diversa strategia, prescrivendo ezetimibe, un farmaco ipocolesterolemizzante che agisce inibendo l'assorbimento del colesterolo a livello intestinale, in aggiunta ad una statina».

(leggocaperna@gmail.com)
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 13 Aprile 2016, 09:01
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