Gli hanno fatto rivivere a scuola il dramma della morte per suicidio del padre, avvenuta quando lui era ancora un bambino, facendogli una serie di domande alle quali lui non si è sottratto, ma ha risposto anche se in quel preciso momento «si sentiva battere le tempie per il disagio, a fatica riusciva a deglutire e dentro di sé avrebbe voluto andarsene via e non ascoltare più la voce della professoressa che gli parlava». Perché è questo che Federico (nome di fantasia), 13 anni, ha raccontato a sua madre quando, poi, è tornato a casa e nei giorni seguenti «si è chiuso in un silenzio, buttato sul letto senza la voglia di fare nulla con uno sguardo triste».
La denuncia a San Benedetto
Un episodio, l’ennesimo accaduto tra i banchi di scuola, che adesso è finito in una denuncia querela che proprio la mamma del ragazzino, lei una teramana d’adozione di 55 anni, ha presentato contro alcuni docenti e la dirigente scolastica dell’istituto di San Benedetto del Tronto frequentato dal figlio.
La donna sin da bambina ha vissuto in un paese lungo la costa teramana, dov’è cresciuta, e la decisione di trasferirsi nelle Marche è arrivata dopo qualche anno dal matrimonio, quando già era diventata mamma. «Oggi ho deciso di denunciare pubblicamente questa storia perché noi genitori dobbiamo iniziare a parlare e dire quello che succedere nelle scuole», racconta amareggiata.
E’ stata un’insegnante di sostegno della classe, il giorno in cui il ragazzino stava tirando delle palline di carta insieme ad un altro compagno, a portarlo in un’aula e a fargli tutte quelle domande sul papà morto suicida, mortificandolo e sottoponendolo ad un forte stress emotivo.
Ultimo aggiornamento: Sabato 9 Settembre 2023, 09:39
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