Si tratta di una "tappa fondamentale" della medicina rigenerativa, commenta il biologo dello sviluppo Carlo Alberto Redi, presidente del comitato etico della Fondazione Veronesi e membro dell'Accademia dei Lincei. «È importante distinguere la tecnica dal prodotto della tecnica – aggiunge – anche perché nessuno sulla Terra può ragionevolmente pensare di utilizzare questa tecnica ai fini della clonazione umana».
Sono invece «eticamente rilevanti» le ricadute benefiche nell'uomo. I cloni di scimmia sono, infatti, un "modello importantissimo per la biologia e la medicina e, di conseguenza «utilizzare la tecnica e non proibirla, come purtroppo accade in Italia», aggiunge Redi, permetterebbe ricadute in molti ambiti scientifici: dalla comprensione dell'infertilità alla salvaguardia di animali in via di estinzione, allo studio di molte malattie mitocondriali.