Nada Cella uccisa in ufficio, caso riaperto dopo quasi 30 anni. La mamma: «Oggi è un giorno triste». La maestra Annalucia Cecere rischia il processo

Giovedì 15 Febbraio 2024, 12:43 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 14:37

Il bottone ritrovato

Tra le 90 pagine che mettono in fila gli elementi in mano all’accusa, uno dei più potenti, è la nuova comparazione tra il bottone rinvenuto sotto il corpo della vittima e le fotografie di due, pressoché identici, trovati nell’alloggio di Annalucia Cecere nell’estate 1996. All’epoca gli investigatori si erano limitati a un confronto indiretto tramite fotografia, senza acquisirli fisicamente, ma il lavoro condotto oggi su quel fronte è più profondo di allora. Sono stati anche interpellati i massimi esperti in bottoni del Paese. Secondo quanto emerso il bottone trovato sul luogo del delitto è compatibile con quelli trovati a casa di Cecere e se non fu giudicato tale è perché non era stato preso in considerazione un anello di plastica che lo ricopriva. Era fra l’altro un bottone abbastanza difficile da reperire sul mercato all’epoca, appartenente a un giubbotto maschile che secondo l’accusa apparteneva all’ex fidanzato di Cecere. Poco si è riusciti a cavare dal Dna sulla scena del crimine, seppur rianalizzato con le più moderne tecniche dal genetista Emiliano Giardina. Tutto quello che è emerso è che appartiene a una donna. Nient’altro, poiché il campione è parziale, la conservazione non è stata ottimale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA