Le Iene, le denunce di due arbitri: quei voti "cambiati" e le prove nelle chat. «Ma non possiamo parlare, l'Aia non vuole»

Mercoledì 21 Febbraio 2024, 12:19 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 08:52

Le denunce di due arbitri

Filippo Roma prova quindi a farsi raccontare da Niccolò Baroni, arbitro di serie A, e da Daniele Minelli, altro fischietto impegnato quest’anno nella massima serie, la loro esperienza avuta con il mondo arbitrale italiano. Tre stagioni fa i due decisero di fare ricorso alla giustizia sportiva dopo la loro dismissione per dei voti che loro sostenevano fossero “taroccati”.

Tra le prove, a loro dire, ci sarebbero le chat e le telefonate scambiate tra chi giudicava le loro prestazioni (i c.d. Organi Tecnici, cioè ex arbitri di serie A che durante il campionato vanno allo stadio a esaminare l’operato dei colleghi in campo e che, dopo ogni partita, li valutano con un voto cha va da 8,20, cioè insufficiente, fino a 8,70, che sta per eccellente, ndr.).

Nella chat il responsabile prima comunicherebbe di voler mettere un voto pari a 8,60 a tutti, ma poi, dopo aver visto la graduatoria, cambierebbe idea favorendo, con un voto maggiore, ovvero 8,70, il collega di Baroni e Minelli, Abbattista (estraneo ai fatti, come precisano i suoi legali: «Il Sig. Abbattista non risulta essere indagato, sottoposto a indagine, coinvolto in alcun processo o nella dinamica dei fatti descritti. Differentemente, risulta essere del tutto estraneo alla vicenda, non avendo oltretutto mai avuto alcun coinvolgimento nel processo di assegnazione dei voti).

Nello scambio un collaboratore spiegherebbe anche come fare: «Devi togliere un 8,60 e mettere un 8,70…così gli hai messo un voto in più». Baroni e Minelli fecero ricorso ma persero in tutte le sedi, poi, dopo aver ricorso anche alla giustizia ordinaria, vennero reintegrati.

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