Chiara Ferragni, «disegno criminoso»: la truffa aggravata nelle attività benefiche dell'influencer, cosa dice la Procura

Martedì 23 Gennaio 2024, 08:47 - Ultimo aggiornamento: 08:49

L'indagine si allarga

Il procuratore aggiunto, che ha delegato le indagini al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf e inizialmente ha istruito il fascicolo per frode in commercio, nel documento trasmesso alla Suprema Corte, in base all'articolo 54-bis del codice di procedura penale, ha chiesto di chiarire a chi spetta occuparsi della vicenda del pandoro rosa. E ciò in quanto, successivamente, anche l'ufficio requirente piemontese, guidato da Onelio Dodero, ha aperto un fascicolo gemello a carico di Chiara Ferragni e Alessandra Balocco, amministratrice delegata della casa dolciaria. Proprio nelle pieghe della memoria inviata a Roma si è scoperto che sono stati indicati anche gli altri due casi su cui sono stati accesi i riflettori dai pm milanesi, ossia quello delle uova di cioccolato e quello della bambola, in realtà chiamata "Mascotte Chiara Ferragni", prodotta in collaborazione con Trudi, l'azienda friulana acquisita nel 2019 dalla Giochi Preziosi, con sede legale a Milano.

Società quest'ultima che, a differenza delle altre due, non ha alcun amministratore allo stato indagato. Da quanto trapela, gli inquirenti e gli investigatori meneghini ritengono che i tre episodi siano legati dal "vincolo della continuazione" e che la indiscussa competenza territoriale milanese di quello più antico in ordine di tempo, ossia il caso della bambola, sia dirimente.

Non così per i magistrati di Cuneo, secondo cui fa fede l'eventuale ingiusto profitto - requisito previsto per qualificare la truffa - che, a loro dire, si è realizzato a Fossano, sede della Balocco. Ora la parola passa al pg della Cassazione posto che solo i pubblici ministeri cuneesi hanno rivendicato l'inchiesta.

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