Coronavirus: «Dopo la malattia il 30% dei pazienti sviluppa patologie croniche»

Coronavirus: «Dopo la malattia il 30% dei pazienti sviluppa patologie croniche»

di Alessia Strinati
Sul coronavirus si sa ancora molto poco, si tratta sicuramente di una malattia aggressiva, tanto che recentemente si è osservato che bel il 30% delle persone che la contraggono sviluppano delle patologie croniche. Maurizio Viecca, primario di cardiologia dell’ospedale Sacco di Milano  Il Fatto Quotidiano spiega come il covid possa lasciare dei danni permanenti in alcuni soggetti.

Leggi anche > Virus: lo studio, dopo la quarantena serve il test. A San Marino il 15% degli asintomatici è risultato positivo

Il problema maggiore è legato alle vie respiratorie, spiega l'esperteo, ma non solo: «Qui da noi abbiamo avuto persone dimesse e poi rientrate in ospedale dopo un mese con embolie, flebiti e vasculiti». Le polmoniti bilaterali sarebbero una conseguenza di fatto di questi coaguli di piastrine. Questo tipo di studi è stato molto importante e ha permesso di mettere a punto una terapia che, di fatto, è riuscita ad aiutare e salvare molti pazienti dopo le tragiche prime settimane.

In tutti i pazienti morti per covid era stato riscontrato un parametro del sangue, detto D-dimero, molto alto ed espressione di trombosi. A confermare quanto affermato dal dottor Viecca e anche Luca Richeldi, pneumologo al Policlinico Gemelli di Roma, membro del Comitato tecnico scientifico e presidente della Società italiana di pneumologia che parla dello sviluppo di nuove patologie. «Reliquati polmonari ci sono, per questo avremo una coorte di pazienti che avrà dei residuati fibrotici a livello polmonare e diventerà una nuova categoria di pazienti con malattie polmonari e insufficienza respiratoria, che rappresenterà certamente un nuovo problema sanitario». 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 15 Maggio 2020, 21:10
© RIPRODUZIONE RISERVATA