Coronavirus: «Dopo la malattia il 30% dei pazienti sviluppa patologie croniche»
di Alessia Strinati
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Il problema maggiore è legato alle vie respiratorie, spiega l'esperteo, ma non solo: «Qui da noi abbiamo avuto persone dimesse e poi rientrate in ospedale dopo un mese con embolie, flebiti e vasculiti». Le polmoniti bilaterali sarebbero una conseguenza di fatto di questi coaguli di piastrine. Questo tipo di studi è stato molto importante e ha permesso di mettere a punto una terapia che, di fatto, è riuscita ad aiutare e salvare molti pazienti dopo le tragiche prime settimane.
In tutti i pazienti morti per covid era stato riscontrato un parametro del sangue, detto D-dimero, molto alto ed espressione di trombosi. A confermare quanto affermato dal dottor Viecca e anche Luca Richeldi, pneumologo al Policlinico Gemelli di Roma, membro del Comitato tecnico scientifico e presidente della Società italiana di pneumologia che parla dello sviluppo di nuove patologie. «Reliquati polmonari ci sono, per questo avremo una coorte di pazienti che avrà dei residuati fibrotici a livello polmonare e diventerà una nuova categoria di pazienti con malattie polmonari e insufficienza respiratoria, che rappresenterà certamente un nuovo problema sanitario».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 15 Maggio 2020, 21:10
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