Virus: lo studio, dopo la quarantena serve il test. A San Marino il 15% degli asintomatici è risultato positivo
di Giampiero Valenza
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Se all’inizio lo Stato si appoggiava a laboratori italiani per i propri test-tampone, dal 7 aprile l'Ospedale della Repubblica ha iniziato a svolgere autonomamente sia le analisi con i tamponi rinofaringei sia i test sierologici. Questo ha permesso di avviare una ricerca che, come racconta l’infettivologo Massimo Arlotti, Commissario straordinario per la gestione dell'emergenza Covid-19 a San Marino, ha permesso di notare “come nonostante l'asintomaticità circa il 15%” delle persone che avevano concluso la quarantena “aveva ancora il tampone rinofaringeo positivo”.
“Questo vuol dire che la quarantena di due settimane deve essere sempre conclusa da un test. Suggerisco di non interrompere le quarantene senza un controllo finale, anche perché la principale modalità di contagio è tra contatti stretti, conviventi o parenti", precisa.
A San Marino, da lunedì 4 maggio, è iniziato il programma di screening che prevede l’esecuzione di test sierologici sui lavoratori, anche frontalieri, che prestano servizio nelle aziende sammarinesi. Da questa indagine sono stati individuati 11 lavoratori frontalieri provenienti dall’Italia e positivi al virus Sars-Cov-2, il cui nominativo è stato comunicato alla rispettiva Ausl di residenza.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 15 Maggio 2020, 12:25
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