Adolescenti, il rischio "binge drinking" nelle serate allegre. Allarme per l'abuso di alcol

Adolescenti, il rischio "binge drinking" nelle serate allegre. Allarme per l'abuso di alcol

di Barbara Carbone

Bere per ubriacarsi, sentirsi fighi e padroni del mondo. È ormai cronico tra i giovani il “binge drinking”, l’abbuffata alcolica che prevede il consumo di sei o più cocktail nell’arco di pochissimo tempo. Poco importa se sia a base di birra o Spritz, la regola del weekend è sballarsi e perdersi nelle emozioni. E in estate, se mai è possibile, tutto viene esagerato. C’è poi una nuova pericolosissima moda figlia dell’edonismo dei teenagers: la drunkoressia, che consiste nel saltare i pasti per poter aumentare l’assunzione di alcol senza ingrassare. La voglia di stordirsi non ha conosciuto tregua neanche durante la pandemia quando invece si è registrato un boom del consumo di alcol. Basti pensare che nell’ultimo anno, secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, la consegna a casa ha subìto un’impennata tra il 181 e il 250%: se l’aperitivo è digitale, il superalcolico arriva direttamente a casa. Dietro le sbornie c’è però l’ansia e la depressione generati dal confinamento che ha accresciuto, tra i ragazzi, il bisogno di lasciarsi andare agli eccessi. L’isolamento degli ultimi mesi ha portato, secondo l’Istituto di sanità, «un incremento di consumo incontrollato anche favorito dagli aperitivi digitali e sui social».

IL BUSINESS

Il tour alcolico del sabato sera non si arresta nonostante esista una legge che vieta la vendita e la somministrazione di alcolici ai minorenni. Il business non conosce ostacoli né morale e, in barba alla legge, nei luoghi simbolo della movida italiana, l’alcol viene regolarmente venduto a ragazzini di tutte le età. È la relazione annuale del Ministero della Salute a rivelare come ad abusare, nell’ultimo anno, siano stati più di 36 milioni di italiani, nel 78% dei casi si tratta di ragazzi dagli 11 anni in su. «Il 60% dei ragazzi fa il “binge drinking”, un fenomeno sottostimato che abbiamo mutuato dai Paesi del Nord Europa e che sta rovinando una generazione - spiega il direttore dell’Unità Operativa Complessa Medicina Interna e Patologie Alcol Correlate della Fondazione Policlinico Gemelli, Giovanni Addolorato - La bevuta nel weekend non è un normale passaggio adolescenziale.

I genitori devono sapere che l’alcol è la prima causa di morte tra i ragazzi fino a 24 anni e ha effetti tossici su organi e apparati. Fino a 18 anni l’organismo non ha ancora prodotto gli enzimi che permettono di metabolizzare e digerire l’alcol. Per questo i ragazzi non devono assolutamente bere alcolici».

L’INVITO

Ma, secondo l’esperto, c’è dell’altro. Essere in stato di alterazione rende i ragazzi fragili e manipolabili, li espone ad essere vittime di violenze sessuali o di incidenti stradali. La soluzione per Addolorato è stigmatizzare l’abuso, soprattutto in vita delle vacanze estive, facendo arrivare ai giovani il messaggio che «bere non è da fighi ma da sfigati». © RIPRODUZIONE RISERVATA


Ultimo aggiornamento: Giovedì 15 Luglio 2021, 09:56
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