Scuola, Crisanti: «Tra studenti 2-3% positivi ma bisogna mandare i bambini»
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«Tra gli studenti potrebbero essere positivi il 2-3%, è un numero importante. Ognuno poi genererebbe la necessità di fare tamponi a 2-300 persone», dice Crisanti. In generale, «la dinamica dell'epidemia mostra in Italia una tendenza in aumento. Scuola, attività produttive e contagi di ritorno contribuiranno all'aumento dei casi. La cosa più importante è individuare i focolai e bloccarli sul nascere». Sulla pericolosità del virus, Crisanti non ha dubbi: «L'America fino a poco tempo fa è andata avanti a migliaia di morti al giorno, ha 180 mila decessi. Non mi pare un virus innocuo, se provoca 180 mila morti in quattro mesi».
«Nelle misure per il ritorno a scuola bisogna evitare di sbagliare due volte. Le misure sono state scelte, ora vanno applicate in maniera rigorosa». Lo dice il prof. Andrea Crisanti, il microbiologo dell'Università di Padova 'padre' della strategia dei tamponi di massa. «C'è stata una discussione sulla scuola, io - spiega Crisanti - ho fatto solo dei distinguo: a mio avviso la temperatura sui ragazzi va presa a scuola, non a casa, e andrebbe abbassata, direi a 37,1, per entrare in aula. Poi le mascherine, sono sicuramente necessarie per i più grandi. Per i piccoli si sa che non è possibile...».
Sugli studenti un altro punto irrinunciabile per Crisanti è la vaccinazione antinfluenzale, in autunno: «Va incoraggiata fortemente per la comunità scolastica, anche per evitare il panico nel momento in cui vi potrà essere la sovrapposizione dei sintomi».
Ultimo aggiornamento: Martedì 1 Settembre 2020, 09:14
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