Non vaccinati, in particolare nella fascia d'età compresa tra i 40 e i 55 anni; vaccinati con doppia dose ma con patologie pregresse specie se a carico del sistema cardio-circolatorio e uro-renale; personale sanitario (già con doppia dose) non ancora protetto con la terza; soggetti immunizzati con vaccino monodose. Sono questi i profili maggiormente esposti a rischio di ricaduta o infezione da Covid-19. Ma è ancora presto per parlare di quinta ondata. O, almeno, occorre cautela nell'analisi dei dati sebbene una inversione - peggiorativa - sulla tendenza sembra essere confermata dai numeri. È certo infatti che l'incremento dei tamponi - soprattutto dal 15 ottobre scorso - possa aver influito sull'aumento dei casi ma c'è anche stata una salita leggera delle ospedalizzazioni: quindi, come ci si aspetta in questa stagione, c'è una circolazione più intensa di tutti i virus respiratori e il Covid non fa eccezione.
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Questo al netto delle eventuali interferenze negative che potrebbe portare la diffusione di una sotto-variante della Delta (denominata AY.4.2.) isolata e sequenziata in Italia in 93 casi. Nell'ultimo mese, inoltre, l'efficacia vaccinale nel prevenire qualsiasi diagnosi sintomatica o asintomatica di Covid-19 nelle persone completamente vaccinate è diminuita passando dal 89%, durante la fase epidemica con variante alfa prevalente, al 77%, durante la fase epidemica con variante delta prevalente.
L'ANDAMENTO OSPEDALIERO
«La maggior parte dei nostri ricoverati è costituita sempre da soggetti non vaccinati - conferma il professor Nicola Coppola, ordinario di malattie infettive, direttore della divisione malattie infettive del policlinico universitario Vanvitelli di Napoli e dell'annesso centro Covid - Ma se ad agosto e settembre questa percentuale superava il 90% dei casi specifici, adesso è più bassa perché ricoveriamo anche soggetti già immunizzati con doppia dose ma maggiormente esposti all'aggressione virale o perché anziani o perché affetti da patologie importanti. E tra i non vaccinati il profilo anagrafico medio dei pazienti ricoverati è nella fascia d'età compresa tra i 40 e i 55 anni». In effetti, secondo l'ultimo bollettino diffuso dall'Iss, è in leggero aumento l'età mediana dei soggetti che hanno contratto l'infezione negli ultimi 14 giorni (41 anni, rispetto a 40 anni delle due settimane precedenti).
SOS OPERATORI SANITARI
Un capitolo a parte è dedicato agli operatori sanitari per i quali si registra un incremento di casi di contagio. Per questa categoria di professionisti a rischio è già iniziata da oltre tre settimane la campagna di richiamo con la terza dose. Negli ultimi 30 giorni sono 1.377 i contagi tra gli operatori sanitari. A destare preoccupazione è la valutazione statistica relativa alla proporzione di casi d'infezione tra gli operatori sanitari rispetto alla settimana scorsa (3,6% rispetto a 2,9%). Dunque, in valori assoluti, il numero di medici, infermieri e operatori che si sono re-infettati resta allineato con i dati delle scorse settimane: a partire dal 29 settembre fino al 20 ottobre (quindi su 4 settimane di osservazione) vediamo che il record si è verificato proprio il 29 settembre con 374 nuovi casi rispetto ai 368 della settimana precedente, per poi passare a 347 casi il 6 ottobre, a 306 il 13 ottobre e di nuovo salire a 371 nuovi casi il 20 ottobre.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Ottobre 2021, 10:37
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