Le procedure che vengono semplificate ma che tardano ad essere attuate e sulla gestione dei rientri in classe degli studenti guariti dal Covid regna il caos. Nel mezzo ci sono le famiglie e i medici di base ma anche i pediatri, le prime chiedono ai secondi i certificati di guarigione perché è la scuola che li pretende nonostante il ministero della Salute e poi la Regione Lazio abbiano decretato la semplificazione: si torna in classe solo con l’esito negativo di un tampone, stop. Nessun certificato del medico, non serve più. Eppure l’automatismo non è entrato in azione. Che sia la scarsa attenzione le scuole continuano a rispondere alle famiglie «Per far rientrare il ragazzo o la ragazza a scuola serve il via libera del medico». Più di un genitore in questi giorni si è sentito rispondere questo e pure i medici non hanno potuto fare nulla se non continuare a elargire certificati benché non più necessari. «Il sistema non è cambiato - spiega Teresa Rongai, segretario regionale della Fimp, la Federazione italiana medici pediatri - i genitori continuano a chiedere i certificati perché le scuole li pretendono e le famiglie chiaramente si sentono obbligate a fornirli».
Il monito
Giovedì pomeriggio l’argomento è stato discusso in Regione tra l’assessore Alessio D’Amato l’ufficio scolastico regionale e il gruppo dei presidi. Proprio l’assessore ribadisce un concetto chiaro: «Non serve nessun certificato e questo è stato ribadito anche nella riunione con l’Ufficio scolastico regionale e con l’associazione presidi» proprio perché basta l’esito negativo di un tampone a riprova della guarigione dal Covid. «La circolare - prosegue D’Amato - va applicata non servono altri atti, bisogna semplificare la vita alle famiglie».
Ultimo aggiornamento: Domenica 13 Febbraio 2022, 13:42
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