A Roma focolai dal Bangladesh, quei 15mila invisibili in città: «Si rischia il boom di contagi»
di Camilla Mozzetti
Virus, dal Bangladesh con test falsi. Caccia a 600 positivi introvabili
I NUMERI
La comunità bengalese sciorina i numeri: solo a Torpignattara ribattezza Bangla-town vivono 13.500 persone. In tutta la Capitale la cifra vola a circa 60 mila «E di questi, 45 mila - spiega Mohammed Taifur Rahman Shah dell'associazione Coordinamento Ital-Bangla & Sviluppo - sono regolari: ci sono dunque almeno 15 mila connazionali che non hanno permessi di soggiorno». Uomini e donne che pure lavorano e non fanno solo gli ambulanti. «Camerieri, commessi - prosegue Rahman Shah - che non possono ottenere il permesso perché non rientrano nelle cinque categorie (badanti, colf, braccianti, lavoratori agricoli e/o ittici) previste e che dunque sono irregolari». Alcuni di loro sono entrati in un giro di «pagamenti in nero per ottenere un posto come badanti», aggiunge Rahman Shah. «Tecnicamente pagano anche 2 mila euro per un posto come domestico».
Virus, nel Lazio 5 positivi e nessuna vittima. Ma in 36 contagiati dal Bangladesh
Virus Roma, altri 36 positivi dal Bangladesh. Il ministero della Salute blocca tutti i voli da Dacca. Test a chi è arrivato dopo il 1° giugno
C'è un rischio: l'impennata sui contagi ma la comunità già da ieri dopo una riunione con i vertici sanitari dell'Asl Roma 2 e con la Regione si è data da fare il più possibile per far andare tutti nei drive-in al fine di svolgere le analisi, contattando più connazionali possibile via social e su internet. «Crediamo in un'ampia risposta e stiamo sollecitando anche coloro i quali non hanno il permesso», conclude il rappresentante dell'associazione Coordinamento Ital-Bangla & Sviluppo. Dalla Regione l'assessore alla sanità Alessio D'Amato spiega: «Il nostro compito è prettamente sanitario: mettere in sicurezza Roma, a chi volontariamente andrà a fare il tampone chiediamo dei riferimenti o dei recapiti per comunicare poi i risultati e gestire le eventuali positività». Nessuna denuncia in sostanza su chi vive a Roma senza titolo, anche perché non sarebbe compito della Regione Lazio scovare questi invisibili se non dal punto di vista prettamente sanitario. Ieri nel primo drive-in aperto a largo Preneste si sono recati più di 130 persone mentre i positivi scovati sul volo proveniente da Dacca sono stati trasferiti nel Centro Covid di Casal Palocco e gli altri passeggeri posti in isolamento in un hotel di Fiumicino. In tutto, dai primi di giugno, la Regione ha stimato un ingresso di circa 600 persone provenienti dal Bangladesh, il 25% almeno ha lasciato subito Roma recandosi in altre città e Regioni.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 8 Luglio 2020, 07:59
© RIPRODUZIONE RISERVATA