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I PROVVEDIMENTI
Nei giorni scorsi Palazzo Senatorio aveva già mosso i primi passi in questa direzione, comunicando il prossimo abbattimento delle baracche a un centinaio di abitanti della cosiddetta “zona F”, l’area del campo dove si registrano le condizioni più critiche. Alle 28 famiglie interessate è stato notificato da Palazzo Senatorio il documento che impone a ognuno di loro di «lasciare il modulo abitativo chi attualmente occupa da cose e persone entro e non oltre il 10 settembre 2020». Dopodiché si procederà alla demolizione delle baracche di quella zona del campo che, però, alla fine dovrebbe essere interamente sgomberato.
L’ATTO L’ordinanza regionale, che verrebbe firmata dall’assessore alla sanità Alessio D’Amato, impone al Campidoglio di procedere «alla completa attuazione delle azioni organizzative e funzionali alla chiusura definitiva del villaggio della solidarietà di Castel Romano e alla bonifica dell’intera area, nonché al ripristino dei luoghi allo stato originario». Nel documento si chiede inoltre al Campidoglio di chiudere nuovamente il varco d’accesso all’insediamento, «garantendo la presenza continua h24 della polizia locale, in modo da poter inibire l’accesso al campo alle persone non autorizzate nonché impedire l’introduzione all’interno del campo stesso dei materiali oggetto di incendi e roghi, ovvero di smaltimenti irregolari e illeciti». Inoltre, toccherà all’Ama provvedere alla «rimozione dei materiali abusivamente sversati nelle aree circostanti» il villaggio. Il Campidoglio ha deciso di muoversi in anticipo per scongiurare l’intervento della Regione ma, in mancanza di atti davvero risolutivi, l’ordinanza potrebbe comunque essere varata oggi.
LA VICENDA La questione Castel Romano è tornata in primo piano dopo gli ultimi incendi.
Ma la Asl Roma 2 già a marzo aveva chiesto al Comune lo sgombero dell’insediamento, puntando il dito contro i «continui roghi tossici, causati dalla combustione illegale di materiali di varia natura, spesso rifiuti speciali, che hanno determinato pessime condizioni igienico-sanitarie, abbinate a un sistema fognario inesistente e alla presenza di minori in una situazione di assoluto degrado ambientale». Il 30 giugno, l’audizione dei comitati di zona alla Regione: «Avevamo chiesto all’assessore D’Amato azioni concrete anche da parte della Regione per la chiusura definitiva del campo - sottolineano Roberta Angelilli e Stefano Erbaggi (Fratelli d’Italia) - innanzitutto perché c’è in atto da anni una vera e propria emergenza sanitaria ed ambientale, ma anche perché si trova in una zona posta all’interno della riserva naturale di Decima Malafede».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Febbraio 2023, 10:54
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