Non solo vanno rimodulati - forse al ribasso - tutti gli incentivi già previsti ai dipendenti dal 1983 a oggi. Ma 2mila netturbini rischiano anche di dovere restituire all’azienda un aumento concesso nel 1995 - precisamente 230 euro lorde al mese - perché «illegittimo». È guerra tra Ama e sindacati, dopo che la municipalizzata ha comunicato ai confederali e alla Fiadel di voler ridiscutere l’assetto del contratto di secondo livello, in prospettiva di un nuovo unico premio di produzione. «Il quale - spiegano da via Calderon de La Barca - a differenza di quelli erogati fino a oggi, dovrà essere legato realmente alla qualità del servizio, ai livelli di raccolta dell’immondizia o della spazzatura delle strade». Non è una comunicazione ufficiale per disdettare unilateralmente gli accordi presi fin dal 1983 - si chiede un tavolo per «un percorso di cambiamento non rinviabile» - ma i sindacati hanno letto la cosa diversamente e sono pronti allo sciopero.
Ama a Roma, dalle gomme alle frizioni: tutti i traffici dei dipendenti furbetti
NON PIÙ FUNZIONALE
Nella lettera firmata dal capo del personale, Antonio Migliardi, si mette nel mirino «un assetto retributivo a livello aziendale non più appropriato, frutto di negoziazioni succedutesi nel tempo mai coordinate e aggiornate che esprime oggi una configurazione non più funzionale per motivare e incentivare le professionalità presenti in azienda». Se non bastasse ancora, «i singoli emolumenti economici sono stati infatti generati dalla necessità di rispondere in termini episodici e contingenti alle necessità di volta in volta», senza un quadro chiaro, lineare e ordinato di relazioni industriali». Risultato? «Si è realizzata per responsabilità comune una proliferazione disordinata di istituti economici».
Nella comunicazione ai sindacati, via Calderon de La Barca chiede di superare 13 accordi di contrattazione aziendale, dai quali sono scaturiti altrettanti premi.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Maggio 2023, 14:39
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