Manduria, due generazioni di attesa: «Bradanico-Salentina eterna incompiuta». E le piante si mangiano l'asfalto

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di Nazareno DINOI

Manduria, la città del Primitivo - tagliata fuori dalla viabilità veloce e separata da Lecce e Taranto da un tracciato vecchio di 87 anni e dall’attraversamento di nove comuni, cinque da una parte e quattro dall’altra - ha sempre creduto nel miracolo chiamato “Bradanico Salentina”. Attesa da due generazioni, la bretella manduriana lunga 11 chilometri, realizzata e abbandonata per il mancato collegamento con le quattro corsie della Manduria-San Pancrazio, dove muore, semmai un giorno sarà percorribile, sarà già una strada vecchia.

 

Il progetto mezzo secolo fa


Concepita per il traffico di mezzo secolo fa, ha una larghezza di appena dieci metri, il minimo per due sole corsie con banchine da un metro. Misure che 35 anni fa, quando è stata terminata, avevano un senso. E in tanti all’epoca ci hanno creduto perché c’era quasi tutto: lingua d’asfalto nero, 10 cavalcavia, complanari finite, svincoli di ingresso e di uscita. Mancavano alcuni tratti di guardrail e la segnaletica orizzontale e verticale. Poi tutto finì nell’oblio. E il tempo ha consegnato undici chilometri di cemento e bitume (il ferro, depredato, è scomparso) dove la vegetazione ha avuto il sopravvento. Tutto da rifare se si vuole recuperare il recuperabile, ma le dimensioni saranno quelle del progetto iniziale perché le ultime notizie sono che il ministero delle Infrastrutture ha trovato altri 26,9 milioni per riprendere i lavori per il recupero della linea Manduria-Sava-San Marzano. Così com’è, con le stesse dimensioni e uguale tracciato. Purché si faccia e “meglio tardi che mai”: è il penisero diffuso. Qui il comparto che più di tutti risente della mancanza di una infrastruttura viaria che avvicini le due province di Taranto e Brindisi e quindi l’intera regione, è quello del vino Primitivo che da questo angolo mal collegato con il resto del mondo, privo di snodi ferroviari con reti nazionali, sente sempre più la necessità di raggiungere in poco tempo i luoghi di destinazione. La pensa così il vicepresidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria doc, Roberto Erario. «Per il settore vitivinicolo – dice - la Bradanico-Salentina è un vantaggio perché accorcerà distanze e tempi di consegne, facilitando il trasporto e abbattendo i costi».

Per l’imprenditore del vino, l’accesso facilitato alla rete stradale favorirà anche il traffico delle merci in entrata e dei clienti. «Il turismo enogastronomico è in forte ascesa a Manduria – prosegue - grazie alla nascita di nuove strutture che lo stanno proponendo in maniera eccellente legandolo al binomio mare e paesaggi che sempre più diventano meta di curiosità. Per questo diventa di fondamentale importanza per noi la possibilità di essere raggiunti con facilità».


Miraggio a lungo agognato anche dai settori del commercio e del turismo. «Sicuramente – è il parere del presidente della Confcommercio di Manduria, Dario Daggiano - una strada di comunicazione veloce sull'asse Taranto-Lecce è quanto mai indispensabile ed è impensabile che un territorio come il nostro ne sia ancora sprovvisto». Speranza e preoccupazione sono invece i sentimenti del presidente provinciale della Confcommercio Taranto, Leonardo Giangrande, che prospetta i rischi dell’imbuto che si creerebbe in questo tratto stradale se lo si lasciasse ad una sola carreggiata. «Se non si opterà per una strada a due carreggiate con due corsie per ogni senso di marcia anche nel tratto di completamento finale - fa sapere Giangrande - solo parzialmente avremo accorciato le distanze utili a favorire gli scambi economici del territorio ionico-salentino». Ad attendere con ansia la nuova via di accesso alle due città universitarie di Taranto e Lecce sono gli studenti pendolari, anche loro promotori di iniziative tese a sollecitare il completamento della Bradanico-Salentina. «Nel 2019 scrivemmo all’allora assessore ai Lavori pubblici della Regione, Giovanni Giannini, che ci ricevette insieme all’ingegnere De Pace», racconta Salvatore Luigi Baldari, a capo di un collettivo studentesco che quotidianamente vive l’odissea dei 40 chilometri per Taranto e 60 per Lecce attraversando i comuni interposti privi di circonvallazione. «Durante l’incontro a Bari – fa sapere Baldari - ci fu prospettato un crono-programma dettagliato, rivelatosi poi disatteso nella sua gran parte».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Gennaio 2024, 07:38
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