Nel capitolo relativo alle responsabilità del fratello dell'ex pontefice si legge poi di «schiaffoni in pieno volto» e «sedie distrutte a terra», in impeti di rabbia. Ma soprattutto dell'atteggiamento vile di fronte alle denunce: «Nell'anno 1970-71 ho più volte riferito i fatti al maestro di cappella R. Lui ogni volta fuggiva nel suo studio e si chiudeva dentro», dice la vittima 159, senza chiarire a quali esperienze si riferisca. In passato Ratzinger ha sempre affermato di non sapere delle violenze sessuali, a parte un caso. Quarantanove sono gli accusati, stando al lavoro del legale, 45 per le violenze e 9 per quelle sessuali. Questi ultimi sono elencati in una scheda che ne classifica azioni come «violenze sessuali molto pesanti», o «violenze sessuali», descrivendone anche puntualmente comportamenti e perversioni. Le violenze si sarebbero verificate soprattutto nella scuola preparatoria.
Ma anche al Gymnasium, e nei ricordi delle vittime questi luoghi vengono indicati come «una prigione, l'inferno, un lager», ha affermato Weber.
In 440 pagine di rapporto in quell'inferno si può entrare. Lettere di nostalgia e testimonianze ricostruiscono il clima di terrore che regnava fra i bambini, piegati fra punizioni e minacce. Perfino la nostalgia veniva ritenuta una forma di disobbedienza e andava punita con le botte. «Il contenuto del rapporto è duro - ha detto Weber - Molti ex alunni coinvolti hanno descritto l'epoca fra il 1945 e il 1992 come la peggiore della loro vita, segnata da violenza paura e la consapevolezza di essere inermi». «Noi abbiamo fatto tutti degli errori, e abbiamo imparato molto. Vediamo oggi che prima avremmo potuto fare meglio», ha commentato il vicario generale de Ratisbona, Miachel Fuchs. I 300 ex allievi che si sono fatti avanti per chiedere un risarcimento per le violenze subite riceveranno 20 mila euro a testa.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 20 Luglio 2017, 15:14
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