Di Maio offre Rousseau agli alleati in Ue per lanciare il Manifesto anti-sovranista

Di Maio offre Rousseau agli alleati in Ue per lanciare il Manifesto anti-sovranista

di Francesco Lo Dico
La madre di tutte le battaglie sarà quella contro l'austerity del Fiscal Compact. Ma nel manifesto dei Sette che il Movimento presenterà entro la fine di gennaio, avranno un ruolo di spicco altre battaglie storiche che nelle intenzioni dei Cinque Stelle mirano a liberare l'Europa dalla tenaglia franco-tedesca: la riforma della Bce, la tutela del made in Italy, l'abolizione dei regimi fiscali favorevoli che dall'Olanda al Belgio hanno prodotto notevoli squilibri nella zona euro e l'incremento dell'economia circolare che punta su incentivi alle industrie mirate a favorire il riciclo e il riuso, in linea con le direttive europee. E a creare migliaia di nuovi posti di lavoro legati alla filiera sostenibile.

L'AGENDA
L'agenda di lavoro è in fase avanzata, ma occorrerà attendere l'arrivo di Luigi Di Maio a Bruxelles, previsto in settimana, per definirne i contenuti insieme agli altri eurodeputati del M5S. A dispetto dei rumors, la squadra a 5Stelle che lancerà la sfida all'asse sovranista di Salvini non è ancora completa. Ma nel cantiere stellato ci sono già alcuni punti fermi. Inseguita a lungo, l'alleanza con i Verdi non si farà, a meno di clamorosi colpi di scena. Il Movimento avrebbe spinto molto in questa direzione nei mesi scorsi, ma specie dalla frangia tedesca sarebbe emerso un fermo rifiuto. Keller e compagni giudicano infatti il M5S, reduce dall'esperienza in Parlamento nel gruppo Efdd, ormai marchiato a fuoco come una forza di destra.

Una posizione che ha molto rammaricato il Movimento, che tuttavia confida ancora di agganciare i verdi austriaci grazie alla forte spinta green da iniettare nel programma e ha intenzione di scegliere i suoi alleati europei sulla base di una pregiudiziale opposta a quella dei Verdi: no a partiti, come quello di Varoufakis ad esempio, che hanno precise connotazioni ideologiche. Uno steccato che tuttavia non impedirà al Movimento di aprire l'alleanza a Svobodni, il Partito ceco dei liberi cittadini che è già stato compagno di viaggio del Movimento in Efdd.

Della compagnia dei Sette, potrebbero far parte anche altri due attuali compagni di banco del M5S a Bruxelles: i lituani di Ordine e Giustizia e i polacchi di Korwin. Ai quali potrebbero aggiungersi i Democratici svedesi, che nel Paese scandinavo sono ormai il terzo partito ma hanno aderito da luglio scorso ai Conservatori e riformisti. Più complicato comporre il puzzle delle sinergie in due Paesi chiave come Francia e in Spagna, dove il Movimento ha tuttavia intenzione di provare a sparigliare le carte. Oltralpe, si guarda con attenzione ai progetti futuri dei Gilet Gialli, che nel caso decidessero di portare a Bruxelles le loro battaglie anti-Macron, potrebbero rivelarsi per il Movimento degli alleati di sicuro richiamo.

Della cosa a Bruxelles se n'è già cominciato a discutere, ma per i grillini la possibile stretta di mano sarebbe vincolata anche a un'altra precisa condizione. I leader in pettorina gialla dovrebbero dismettere prassi violente e isolare le componenti radicali a favore di toni più moderati.

Sfumata la partnership con Podemos per il Movimento altro motivo di rimpianto non si perdono invece in Spagna le speranze di strappare i Ciudadanos di Rivera alla piattaforma di Renzi e Macron. A disposizione dei magnifici sette, ha fatto sapere Luigi Di Maio, ci sarà anche la piattaforma Rousseau. Ma con quale ruolo? L'ipotesi di poter votare sul sito stellato tutti i candidati europei è pressoché da escludere. Il Movimento lo farà per suo conto, al netto di capilista esterni estrapolati dalla società civile come per le nazionali. Ma gli alleati potranno decidere le modalità di selezione in piena libertà.

L'idea è piuttosto quella di affidare a Rousseau - senza nessun costo per gli iscritti - la gestione di due distinte fasi. Nella prima, propedeutica al voto, si punta a consentire a tutti i militanti europei legati all'alleanza di votare on line il Manifesto dei Sette. Nella seconda fase, quella post-voto, la piattaforma diventerebbe invece la cinghia di trasmissione tra elettori e rappresentanti. Il piano sarebbe quello di dare accesso alla piattaforma anche ai cittadini europei, secondo quanto avviene già da tempo in Italia grazie al ricorso alla funzione Lex offerta dal sistema grillino: consentire ai cittadini di discutere e promuovere on line le iniziative legislative da portare in Parlamento.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 7 Gennaio 2019, 15:32
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