Zona rossa Pasqua, cosa accadrà dopo? Verso mini-aperture da metà aprile, ma solo in alcune regioni

Cosa succederà dopo Pasqua? Ipotesi aperture da metà aprile

di Diodato Pirone

Che aprile ci attende sul fronte della pandemia? Davvero riusciremo a limitare le chiusure attualmente imposte a bar, ristoranti e al circuito turistico? A dar retta agli addetti ai lavori la prudenza è d'obbligo. Basta dare un'occhiata alla tabella in alto sull'occupazione dei letti di terapia intensiva per capire che la situazione è complicatissima.

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Ormai ci abbiamo fatto l'abitudine e ci spaventiamo solo quando il virus colpisce con durezza un parente o un conoscente ma ieri le terapie intensive italiane hanno raggiunto quota 3.716 ovvero siamo ad un passo dal picco di 3.848 rianimazioni occupate lo scorso 26 novembre e dalle 4.053 del 2 aprile del 2020. Ieri i decessi sono tornati sopra la soglia di 500 unità giornaliere assegnando all'Italia, purtroppo, un tristissimo record europeo.

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Queste cifre spiegano perché a Pasqua tutta l'Italia sarà in zona rossa. Il 3/4 e 5 aprile in teoria non dovremmo neanche uscire di casa, in pratica è consentito passeggiare nei parchi non lontano dalla propria abitazione; recarsi nella seconda casa in Regione (non in Toscana e Campania) a patto di andarci solo con i propri copnviventi e di visitare una volta al giorno amici o parenti.

L'obiettivo del governo è quello di ridurre il più possibile i contatti fra le persone perché se, ad esempio, a Pasquetta fossero consentite scampagnate in compagnia l'epidemia diventerebbe rapidamente incontrollabile nei giorni successivi e gli ospedali - già sommersi - non riuscirebbero ad assistere decentemente i malati gravi.

 

E' vero però che all'orizzonte non ci sono solo nuvoloni. I contagi sono in leggera discesa perché mezza Italia è in zona rossa e le limitazioni previste da questa fascia contribuiscono a frenare la pandemia. Non a caso le regioni che sono entrate prima delle altre nelle zone rosse, come l'Umbria e la provincia di Bolzano, ora stanno dando segnali netti di miglioramento.

Il governo però si è già "speso" questi leggeri miglioramenti decidendo di aprire gli asili e le scuole fino alla prima media anche in fascia rossa a partire dal 7 aprile.

Questa decisione, nonostante la vaccinazione quasi terminata del milione di dipendeti delle scuole (e delle università), determinerà certamente un aumento della circolazione del virus nelle settimane successive.

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Dobbiamo dire addio alla zona gialla? Non per forza  e non per tutte le Regioni. A metà aprile con ogni probabilità si farà un pit stop per verificare l'andamento dei contagi e delle occupazioni delle terapie intensive e decidere se almeno qualche Regione potrà tornare a far riaprire a pranzo i ristoranti e i bar fino alle 18.

Ma l'unica vera svolta per determinare aperture serie e durevoli è quella dei vaccini. Ieri finalmente è stata superata la soglia dei 3 milioni di italiani vaccinati con due dosi. Si tratta soprattutto di sanitari e di persone con più di 80 anni. La protezione di queste due fasce particolarmente esposte dovrebbe gradualmente portare ad una riduzione delle infezioni e soprattutto dei ricoveri in ospedale e dei decessi.

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Ma non dobbiamo dimenticare la lezione che ci è arrivata in queste settimane dall'Inghilterra: li le chiusure sono state ridotte solo dopo che la metà della popolazione è stata vaccinata. E questo risultato in Italia dovrebbe essere raggiunto a giugno.


Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Febbraio 2023, 17:07
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