Oltre 50mila viaggiatori in arrivo negli aeroporti siciliani prima della domenica di Pasqua. Quasi 12mila passeggeri in partenza da Roma per il week-end. Oppure 2mila e 500 vacanzieri che solo da Milano si sposteranno verso la Spagna nei prossimi giorni. La Pasqua in arrivo, e anche la primavera, hanno fatto riesplodere negli italiani la voglia di viaggiare. Con questo desiderio però - che pure porta con sé numeri davvero esigui se paragonati al periodo ante-Covid - ad esplodere sono anche le polemiche. A turbare, più che le cifre (da Roma nel 2019 per la Pasqua sono partite quasi 150mila persone, il calo è stato drastico, in media nelle scorse settimane dagli aeroporti della Capitale sono partite 10mila persone) è la beffa. Il fatto che spostarsi verso l’estero, il più delle volte per palesi fini turistici, risulti possibile al contrario del ricongiungersi con i propri familiari che vivono in una Regione diversa.
Da qui la scelta del governo di intervenire ieri con un’ordinanza che con 5 giorni di quarantena e tamponi obbligatori punta a fare da deterrente per i viaggi, anche quelli effettuati all’interno del territorio della Unione europea, fino al 6 di aprile.
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RISCHI
Spostarsi d’altronde, oggi è pericoloso sia per la massiccia presenza di varianti diverse, quanto soprattutto perché non tutte le situazioni possono essere tecnicamente controllate e quindi considerate sicure. «La mobilità è fortemente sconsigliata - ha sottolineato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri - Non cerchiamo le avventure, arriveranno la prossima estate». In verità però, al netto della legittima amarezza che ha portato alle polemiche degli ultimi giorni da parte di Federalberghi e altre associazioni di categoria, l’Italia non è la Germania (dove Eurowings, la compagnia aera low-cost di Lufthansa, ha dovuto predisporre 300 voli aggiuntivi verso la Spagna) e i viaggi organizzati “Covid-free” partiti o in partenza, con tamponi inclusi nel pacchetto, sono solo 2 e coinvolgono 180 passeggeri.
Gli spostamenti degli italiani infatti, al netto di rientri presso la propria residenza, riguardano soprattutto le seconde abitazioni.
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La Sicilia invece, ha adottato una strategia differente, molto simile proprio alle nuove indicazioni governative per i viaggi all’estero. Stando alle disposizioni del governatore Nello Musumeci sull’Isola ci si può andare liberamente, ma solo se si è in possesso di un tampone negativo effettuato non più di 48 ore prima dello sbarco o se si è disposti a mettersi in quarantena. Una scelta che punta a non penalizzare i tanti siciliani acquisiti o di ritorno, che però è potenzialmente rischiosa. La Sicilia infatti è il regno delle seconde case italiane. Sul suo territorio si trova addirittura il 12% del totale secondo le stime dell’Osservatorio nazionale del Turismo. Nonostante la precauzione del tampone, con la possibilità di falsi positivi o comunque di sfuggire ai controlli, il rischio che si registrino nuovi focolai è dietro l’angolo. Anche perché, numeri alla mano, gli spostamenti verso l’Isola sembrano ingenti. A Palermo per questa settimana, tra arrivi e partenze, sono previsti 44mila passeggeri in transito contro i 1382 dell’anno scorso. A Catania invece, per l’aeroporto Fontanrossa, passeranno 66mila viaggiatori.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 1 Aprile 2021, 08:40
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