A lungo professore di Innovation Management alla Bocconi, Bonisoli non sembra essersi mai occupato in particolare di patrimonio culturale, interessato piuttosto ai temi della formazione e dell'insegnamento, sua dichiarata «passione», per i quali vanta collaborazioni nazionali ed internazionali, in particolare con l'Unione Europea e il Miur. Un profilo manageriale, orientato in particolare sulle tematiche della innovazione dello sviluppo, aperto ad una collaborazione tra «le capacità del pubblico e le potenzialità del privato». Già nelle scorse settimane, dopo la sua designazione in campagna elettorale della squadra di governo Cinque Stelle, ha però anticipato alcune delle sue priorità. Tra queste «portare gli investimenti per il patrimonio culturale almeno all'1 per cento del pil, se non oltre» attraverso azioni per «la tutela, la digitalizzazione del patrimonio e cultura diffusa sul territorio, in particolare nelle periferie».
Per il turismo, «Cenerentola nei passati governi» pensa ad una «promozione più forte all'estero» e ad un maggiore «coordinamento centrale», puntando «su turismo di qualità», ma anche sulla «accoglienza degli studenti stranieri, che poi tornando in patria sono i nostri migliori ambasciatori».
Cultura e turismo, dice, «Saranno in futuro i principali datori di lavoro, per questo bisogna puntare sulla formazione e valorizzare in particolare l'alta formazione artistico musicale».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 31 Maggio 2018, 22:20
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