Roma, lite sul prefetto: altolà dei Cinquestelle alla scelta del Viminale

Roma, scontro sul prefetto: altolà M5S alla scelta del Viminale

di Lorenzo De Cicco
I leghisti assicurano: in pole c'è sempre lei, Gerarda Pantalone, classe 1955, capo del dipartimento Immigrazione del Viminale, apprezzatissima da Matteo Salvini per avere gestito la questione migranti, pronta a traslocare a Palazzo Valentini, sede della Prefettura di Roma. Nomina pronta da giorni, da portare subito, già oggi, al vaglio del Consiglio dei ministri. L'altra sponda del governo gialloverde, quella grillina, la racconta in modo diverso: nessun «blitz» del leader del Carroccio in Cdm, tocca ancora «ragionare» sulla designazione. Questione «di merito e di metodo». Alla riunione di oggi, quindi, l'argomento «non dovrebbe essere in discussione», dicono ai vertici del Movimento, anche se secondo fonti del Viminale la nomina di Pantalone sarebbe già stata inserita all'ordine del giorno. Si vedrà chi ha ragione, questione di ore.

I DUBBI
Certo è che nello scontro Capitale tra alleati di governo, dopo la disputa sul Salva-Roma, tutt'altro che conclusa, rischia di finire pure la poltrona del prefetto. Il timore degli stellati è che un profilo troppo «pro-Salvini» possa mettere in difficoltà Virginia Raggi. «Non possiamo dare l'idea di un commissariamento del Campidoglio, per questo tutti gli scenari vanno vagliati con calma. Serve un metodo condiviso, altrimenti non si decide nulla», si ragiona ai piani alti del M5S. Dove forse qualcuno ricorda come un prefetto dal carattere forte possa mettere in ombra chi indossa la fascia tricolore; quando a Palazzo Valentini c'era Franco Gabrielli, nel 2015, si parlò di una «diarchia» con Ignazio Marino al timone di Roma (ma l'attuale capo della Polizia ha sempre smentito).

L'INCONTRO CON LA SINDACA
Raggi per il momento non si esprime. Ha ben chiara, la sindaca, l'«Opa» lanciata dalla Lega sul Colle capitolino. Ma si tiene lontana dalla partita prefettizia, perché in un modo o nell'altro, quando la designazione sarà ratificata, dovrà convivere con il nuovo inquilino di Palazzo Valentini. Meglio tirarsi fuori dalle polemiche preventive, allora, per evitare imbarazzi nei prossimi anni. Pantalone e Raggi si conoscono già, si sono incrociate due volte. La prima nel 2017, altro governo, la dirigente del Viminale era appena stata designata al dipartimento Immigrazione dall'ex ministro Minniti. Tema del vertice: la circolare sui migranti firmata dall'esponente Pd, di cui la sindaca di Roma ha sempre detto di condividere la filosofia, anche in chiave anti-Salvini. L'ultimo incontro, pochi giorni fa, al ricevimento di congedo offerto dal prefetto uscente, Paola Basilone, fresca di nomina alla Corte dei Conti, il cui rapporto con Raggi, in tre anni di coabitazione, è stato a tratti spigoloso - dalla gestione dei rom, ai migranti alle occupazioni - anche se negli ultimi mesi gli attriti si sono smorzati. «Il rapporto con Pantalone è buono, non saremo certo noi a ostacolarne la nomina», gettavano acqua sul fuoco, ieri sera, a Palazzo Senatorio. Ma il timore per le mosse del Carroccio su Roma resta. La Lega, da settimane, prepara l'offensiva; non solo con gli attacchi di Salvini sul degrado della Capitale. I luogotenenti del vicepremier nell'Urbe stanno mettendo a punto un programma elettorale: «Sarà lanciato prima delle europee», dicono. Anche se per la corsa a sindaco, in teoria, mancano ancora due anni.
 
Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Aprile 2019, 23:36
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