Elezioni europee, rebus liste per il Pd: un posto anche per Annunziata. Schlein in corsa, irritazione con Emiliano

La segretaria si dissocia dal governatore pugliese: «Non avrei detto quelle parole»

Europee, Schlein in corsa: irritazione con Emiliano. Decaro candidato al Sud, un posto anche per Annunziata

di Mario Ajello

C’è un’atmosfera combattiva al Nazareno, nella segreteria dem che si è svolta ieri per tre ore. Si guardano gli ultimi sondaggi, con il Pd al 20 e 7 punti sotto a FdI e il doping Elly - ovvero la credenza che la segretaria valga da sola due punti e elettorali e mezzo - viene ritenuto sia pure non all’unanimità, anzi c’è chi storce il naso in area dem e tra i riformisti, quello giusto per recuperare terreno nei confronti del partito meloniano. E lei, la leader, si è fatta chiedere dalla segretaria ciò che vuole sentirsi dire: Elly, candidati! Detto, fatto: sarà in pista Schlein alle Europee e questo è il primo punto fisso finalmente stabilito dopo tanti ci sarà-non si sarà. Ma intorno a questo paletto, che è già qualcosa, tutto il resto balla. Candidarsi ovunque ma in che posizione in lista? Numero due o tre? O magari anche numero uno da qualche parte? Elly non pensava - dicono i suoi - che si arrivasse a tanto, ossia che ogni corrente puntasse sui propri a dispetto dell’interesse generale di partito, ma lei è ottimista: «Le liste sono sempre un complicatissimo puzzle, ma ne verremo a capo e remeremo tutti nella stessa direzione».

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Di fatto, fonti Pd fanno trapelare questo: «Con varie sfumature, tutti in segreteria hanno chiesto a Schlein di candidarsi». La leader ha «preso atto» e ha risposto che «ci ragionerà e prima di esprimersi in ogni caso attende che sia chiuso l’impianto complessivo delle liste». Nella riunione di ieri c’è chi ha insistito così: «Conviene massimizzare la presenza di Elly come candidata». Ovvero, tra i suoi ma anche tra i non suoi, ci sono spinte affinché la leader faccia la capolista ovunque. Lo schema prediletto da Elly resta quello del “panino”: una personalità, possibilmente donna, della società civile alla testa della lista poi un uomo numero due e poi la segretaria. 

Ma non è semplice questo sistema di gioco. Perché nel gioco delle alternanze si finirebbe per penalizzare le donne del partito, a cominciare dalle eurodeputate uscenti (e di valore: Picierno è vicepresidente del Parlamento europeo, Tinagli è presidente della commissione economia, Moretti è nel top delle più seguite ed efficienti dell’assemblea brussellese). Ma rischiano anche le candidate e i candidati della società civile, che Elly considera il suo fiore all’occhiello sempre se accetteranno di gareggiare, e parliamo di Marco Tarquinio (ex direttore di Avvenire) nella circoscrizione Centro o di Lucia Annunziata al Sud, potrebbero venire danneggiati dalla presenza di Elly in lista. La quale dovrà portare voti anzitutto a se stessa. Non potrà certo farsi superare da qualcuno del suo partito. Come Decaro, probabile numero due al Sud o a questo punto anche numero uno perché la vicenda del possibile commissariamento del Comune di Bari lo rende lanciatissimo («Lo candidiamo, è tra i migliori sindaci d’Italia e ha contribuito alla rinascita della sua città», assicura Elly). Ma a questo proposito, in diversi ieri si sono lamentati con «il protagonismo» di Emiliano: «Con le sue sparate danneggia il partito, la storia della visita ai parenti dei mafiosi è inascoltabile e non ce la meritiamo». È stata anche ricordata dai presenti la vecchia battuta di D’Alema: «Emiliano è un male necessario». Qualcuno toglierebbe il «necessario». E anche la segretaria si dissocia dal governatore: «Non avrei detto quelle parole», anche se poi aggiunge: «Emiliano è uno che da magistrato ha sempre lavorato per mettere in carcere i mafiosi».
Sempre al Sud, occhio al fortissimo Lello Topo sostenuto da Vincenzo De Luca (non proprio un amico di Elly).

Nel Nord-est il problema si chiama Bonaccini: accetterà, lui che è presidente del partito, di fare il numero due dopo Annalisa Corrado, responsabile ambiente e schleinerianissima? Dai territori e dai circoli ieri sono arrivate al Nazareno richieste di semplificazione: Elly corra capolista senza “panini” variamente farciti. 

IL TRAFFICO

Ci sono tante questioni di intasamento (esempio: al Centro chi favorire in lista Nardella o Zingaretti?). Anche per questo la segretaria prende tempo e ha detto ieri: «Concentriamoci sui temi più che sui nomi». Ma i temi sono anche nomi e viceversa. Il super-pacifista Tarquinio e la iper-pacifista Cecilia Strada, sicura capolista al Nord-ovest, sono un segnale (vogliamo i voti arcobaleno, togliendoli a Conte, ai rosso-verdi, alla lista Santoro) non proprio graditissimo ai riformisti dem di credo atlantista. Schlein in campagna elettorale punterà molto sulla questione sociale: «Mettere al centro la lotta per il salario minimo», così dice indicando questo legame con i 5 stelle. Ma Conte nei suoi confronti non sarà un pacifista in vista delle urne di giugno. 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 8 Aprile 2024, 10:29
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