Conte si autocelebra: oggi doppia passerella, prima in Senato e poi alla Camera
di Mario Ajello
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La vera sfida di Conte comincia adesso: dimostrare di essere all’altezza della rivoluzione compiuta nei quattro giorni più lunghi nella storia del Consiglio europeo, quelli in cui l’Europa dopo 73 anni è diventata “comunità di valori”, ha condiviso il debito e le regole per trasformare i soldi in progetti per lo sviluppo e la crescita per rialzare la testa dopo la pandemia.
«Da questo negoziato il governo esce più forte»: in questo mood il premier si avvia nell’emiciclo. Ma ora sarebbe devastante sprecare l’occasione che la crisi ci sta servendo sul piatto.
E comunque, capendo che i partiti temono la sua nuova forza, alle Camere il premier è pronto a fare la parte di quello che condivide la gloria. Cerca di ingraziarsi il Pd al quale ha appena detto di no, ma a modo suo, democristianamente, sul Mes, ovvero non vuole prendere quei 37 miliardi disponibili per la sanità perché comunque sarebbero in debito.
Dunque Conte è pronto a sottolineare un gioco di squadra - molto favorito dai dem - senza il quale l’Italia avrebbe ottenuto poco o nulla. Senza il rigore di Roberto Gualtieri, che alla scuola dell’Ecofin a Bruxelles è cresciuto come politico e tecnico; senza le capacità diplomatiche del ministro per gli Affari europei Enzo Amendola, sempre al fianco del premier in questi giorni; e senza le capacità diplomatiche e di relazione del commissario Gentiloni e del presidente Sassoli che da mesi costruiscono giorno dopo giorno i presupposti dell’intesa; senza tutto questo oggi saremmo quasi certamente a raccontare un’altra storia. E Conte non ha intenzione di nascondere ciò. Ma deve anche tenersi buoni i 5 stelle.
Di Maio è stato gelido nella risposta a chi gli ha chiesto se Conte potrà fare il leader del movimento: «Prima deve iscriversi a M5S». E se l’ala mattarelliana e filo-dem dei grillini (a cominciare da Beppe Grillo) lo vorrebbero capo politico, non è così per tanti altri. Dunque, si autocelebra oggi nel Palazzo l’eroe di Bruxelles, ma deve stare attento perché qui dentro a non volergli bene - proprio perché ora si sente più forte - sono in tanti.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Luglio 2020, 12:47
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