Chiara Ferragni-Fabio Maria Damato, divorzio a un passo. Dopo le vicende degli ultimi mesi, il sodalizio tra l'influencer e lo storico manager si sarebbe infatti allentato, al punto da aver portato l'ex braccio destro della 36enne a dare le dimissioni, chiedendo anche una maxi liquidazione da quattro milioni di euro.
Il divorzio
Non si vedrebbero da quando è scoppiato il "caso pandoro" Chiara Ferragni e Fabio Maria Damato. O almeno, secondo Gabriele Parpiglia, intervenuto ai microfoni di Rtl 102.5. Quel che è certo, però, è che il clima tra i due sarebbe molto teso, tanto da aver portato il manager a chiedere il pagamento di una liquidazione. Una richiesta, questa, che arriva insieme a un divorzio ormai nell'aria da un po'. Forse ancora prima di quello di Chiara Ferragni con il marito Fedez. Dopo anni di lavoro fianco a fianco, l'influencer potrebbe infatti aver detto addio per sempre al manager, considerato da molti il vero responsabile del pandoro gate. E mentre Damato è sparito da mesi dal social - l'ultimo post risale al 10 dicembre 2023, prima di tutto lo scandalo -, anche Chiara Ferragni tace sul loro rapporto, omettendo qualsiasi riferimento a lui e alla vicenda. Chi invece ha parlato recentemente è stato Fedez, che nel corso dell'intervista a "Belve" si è scagliato - senza però fare nomi - sull'ex braccio destro dell'ormai ex moglie. Parlando del caso Balocco, il cantante aveva infatti ammesso le colpe della compagna, aggiungendo però che l'intera storia poteva essere gestita meglio: «Sono sicuro che non ci sia cattiva fede, mi spiace perché lei ha deciso di prendersi tutte le responsabilità quando poteva e doveva spiegare che le responsabilità, se ci sono, non sono solo sue. Dei suoi manager? Di uno solo».
Il buco nei conti
Una liquidazione, quella richiesta da Fabio Maria Damato, che arriva in un momento molto difficile per Chiara Ferragni e per le sue società. Secondo quanto risulta al Messaggero, dalla stesura della bozza di bilancio 2023 della Fenice srl - la società più importante dell'imprenditrice digitale -, starebbe emergendo che la perdita di esercizio potrebbe attestarsi attorno a 4 milioni mettendo in discussione la continuità aziendale: essa, secondo il codice civile, è il presupposto in base al quale, nella redazione del bilancio, l'impresa viene normalmente considerata in grado di continuare a svolgere la propria attività in un prevedibile futuro ( 3-5 anni).
La smentità della società
Dati, questi, smentiti però dalla stessa Fenice srl, intervenuta con una nota per precisare alcune informazioni «errate e fuorvianti» circolate nelle ultime ore, specificando che «tali ricostruzioni sono destituite di ogni fondamento». In particolare, precisa di «non aver riscontrato fino a metà dicembre 2023 alcuna contrazione del proprio fatturato, con la conseguenza che i dati di bilancio 2023 risentono solo in parte dell’eventuale diminuzione delle vendite». In merito al fatturato relativo all’esercizio 2024, «Fenice specifica di operare in più Paesi le cui performance sono state solo parzialmente impattate dagli eventi di dicembre '23». Anzi, «oggi, all’inizio del secondo quadrimestre 2024, la società sta lavorando per ottenere i migliori risultati possibili entro la fine dell’anno corrente, nel medesimo spirito di sempre. Nonostante quanto accaduto, il modello di business ha dimostrato resilienza e solidità, ed il management di Fenice sta operando per una sua ulteriore espansione, tanto che alcuni nuovi importanti contratti, e nuove politiche di rafforzamento in Italia ma soprattutto all’estero sono al momento in analisi da parte del board di Fenice». In ultimo, «nonostante le diverse richieste da parte di investitori e nuovi partner interessati a proporre investimenti e partnership con Fenice, si chiarisce che la società non ha allo stato attuale avviato nessuna interlocuzione con alcun potenziale nuovo investitore. Ognuna di queste proposte, una volta formalizzate, verranno, come sempre è stato fatto, valutate e gestite nel rispetto delle politiche di espansione della società stessa e nell’interesse dei suoi azionisti».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Aprile 2024, 18:19
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