Bugo: «Morgan? Non l'ho più sentito, non si può perdonare tutto. Mia moglie l'ho conosciuta in libreria mentre presentavo un disco»

Bugo fa il bis come papà e pubblica "Un bambino" «Torno a fare il mio rock»

Bugo: «Morgan? Non l'ho più sentito, non si può perdonare tutto. Mia moglie l'ho conosciuta in libreria mentre presentavo un disco»

di Annalia Venezia
L'appuntamento con Bugo (vero nome Cristian Bugatti), 49 anni, è al mattino presto. «Da quando sei mesi fa è nato Zeno, il nostro secondo figlio, la sveglia è all'alba. Solo fuori casa faccio il rocker», ride. Famoso per il grande pubblico dopo la lite con Morgan sul palco dell'Ariston al Festival 2020 - che odia rammentare - e la sua partecipazione al reality di Sky Pechino Express. Ma chi lo segue dagli esordi sa che fa rock dagli Anni 90 e quest'estate, col tour, promette di tornare all'origine.

IL RITMO

«Saranno concerti di ritmo puro, in cui sarò finalmente me stesso», accenna. Il 7 luglio parte dal Fool Festival di Morrovalle (Macerata), per terminare, dopo una decina di date, il 15 settembre a Bergamo. L'entusiasmo è alle stelle, si capisce che il palco è la sua vita. «Quando ho iniziato avevo 19 anni, non facevo il rocker, lo ero», dice. Odia il politically correct e ama Vasco Rossi. Il primo concerto che lo ha fatto sognare è stato il suo a San Siro nel 1990. L'ultimo è della band irlandese indie i Fontaines D. C., che ha visto a Bergamo.

LA SALVEZZA

La musica è stata la sua salvezza, lo ripete spesso raccontando del 1990 e della sua cameretta di Cerano, un paese della provincia di Novara, l'anno in cui era stato bocciato per la seconda volta. «Ascoltavo i Duran Duran e i Pet Shop Boys. Un giorno mio padre spense lo stereo e mi disse: "Basta con questa roba"». Gli consegnò il primo disco di Jimi Hendrix Are You Experienced. «Fu la svolta». Oggi il padre è lui, di Tito, 6 anni, e Zeno, 6 mesi. Il regalo che vuole lasciare loro è la spontaneità. Lo canta nell'ultimo disco Un bambino. «Il vero lusso è preservare l'istinto, vivere il sogno di essere liberi».

Lui ci prova ogni giorno con la chitarra acustica, che porta sempre con sé. «Non ho uno studio a casa, mi basta lei per creare». Per chi lo conosce rimane un'incognita la parentesi televisiva, quando l'anno scorso ha partecipato a Pechino Express. «È stata un'avventura vissuta col mio migliore amico, Cristian Dondi, come se non ci fossero le telecamere». Peccato che ci fossero. «Dopo quel famoso Sanremo è arrivata la pandemia. Sui social si era scritto tanto e io cercavo un confronto col pubblico. Ma la musica rimane centrale nella mia vita», spiega.

 

LA RABBIA

È onesto quando ammette che sono state la determinazione e la perseveranza a portarlo fino qui. «Di cantanti bravi è pieno il mondo». Poi si confida. «A volte sono iracondo. Capita che per rispetto degli altri non dica quello che penso, e poi cresce la rabbia». Non resisto e lo porto nel terreno minato di quel Sanremo 2020, il suo spartiacque con la popolarità. L'anno di Morgan e Bugo, di lui che abbandona il palco dell'Ariston e lascia Morgan da solo, eliminandosi dalla gara canora. «È stato un gesto spontaneo. Sono un idealista e volevo tutelare i miei principi. Il dopo è stato più frustrante, perché non volevo dare continuità alla polemica».

MAI PIÙ

Vi siete più sentiti con lui? «Lui chi, quello là?». Dice riferendosi a Morgan. «Non avrebbe senso. Non si può perdonare tutto». Non ride più, il dolore è ancora vivo. Cerco riparo nella sua famiglia. Sua moglie come l'ha incontrata? «Era il 2004, e mi trovavo in una libreria di Roma a presentare il mio quarto disco, Golia e Melchiorre. Lei stava aspettando un'amica e nell'attesa si è avvicinata ad ascoltarmi. Alla fine è venuta a salutarmi e lì l'ho fregata».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 23 Giugno 2023, 06:26
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