IL TENNISTA DEI SOGNI

Marco Lobasso
ROMA - Non è mai tardi per scrivere la storia, per cambiare la propria carriera, per passare da ottimo giocatore a fuoriclasse. È' successo a Fabio Fognini, tennista italiano alla soglia dei suoi 32 anni, dopo una carriera brillante ma non ottima. Ha vinto il torneo di Montecarlo, uno dei più importanti del mondo, e la sua vita è cambiata in un attimo. Per chi si è portato appresso l'etichetta di bad boy, è un'impresa che vale doppio. Quella nomea per la verità il campione ligure l'ha sempre respinta e rifiutata, salvo ricascarci ogni tanto. Comunque sia, tutto dimenticato. Da domenica il tennista di Arma di Taggia è entrato davvero nella storia, portando a casa la più grande vittoria, per ordine di importanza, del tennis italiano dai tempi di Adriano Panatta a Parigi e Roma nel 1976.
«Avevo bisogno di ritrovare me stesso», ha raccontato dopo il trionfo che l'ha portato a diventare il primo italiano a vincere un Masters 1000 (dal 1990), il secondo nell'albo d'oro dopo i tre trionfi di Nicola Pietrangeli a Montecarlo. Di Fabio Fognini c'è un prima e c'è un dopo, c'è il Fabio-tennista e c'è il Fabio-papà e sta forse qui il nocciolo della questione. Come anche la settimana monegasca ha raccontato: ha rimontato Rublev, dominato Zverev, è risalito di nuovo contro Coric e illuminato la scena contro Nadal, l'altro re di Montecarlo. Prima del sigillo nel giorno di Pasqua. Immenso. Nel frattempo, nella sua vita privata ha trovato posto Flavia Pennetta, la sposa-collega che l'ha raddrizzato («Dedico la vittoria a lei che mi sopporta», ha confessato dopo il titolo monegasco). Da allora, era il 2016, il genio e la sregolatezza hanno continuato ad andare a braccetto: da una parte con vittorie in tornei importanti, dall'altra senza riuscire a scrollarsi di dosso completamente l'etichetta della follia. Fino a domenica, quando l'etichetta che gli stava appiccicata al corpo è stata staccata del tutto, anzi strappata e distrutta. Potrebbe non tornare mai più. La seconda vita di Fognini inizia adesso: ci sono Roma e Parigi da conquistare ed entrare nei top ten del mondo. Fabio lo sapeva già, tutti noi lo abbiamo capito a Montecarlo. Lo sport italiano ringrazia emozionato.
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Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Aprile 2019, 05:01
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