Focolaio San Raffaele a Roma, falla nelle diagnosi: «Virus portato da un paziente»
di Lorenzo De Cicco
Virus, bollettino: a Roma tre casi (2 per il focolaio San Raffaele). La Procura apre un'inchiesta
Roma, focolaio nel centro Rai di Saxa Rubra, la Asl: tutti negativi i tamponi
Anche se l'indagine è alle prime battute, le tessere del mosaico iniziano a comporsi. Alcune piste perdono quota. Altre invece sembrano avvicinare gli inquirenti al caso uno, l'origine del focolaio. Gli investigatori sembrano ormai convinti che a portare il bacillo del Sars-CoV-2 all'interno dell'istituto sia stato un paziente. In un primo momento, gli accertamenti si erano concentrati anche su due dipendenti della clinica - un fisioterapista positivo al virus il 3 maggio e un'impiegata amministrativa - ma le ultime verifiche hanno cambiato lo scenario.
I REPARTINell'ultima informativa dei carabinieri sono annotati i nomi di 3 pazienti assistiti nei reparti di riabilitazione cardiologica e riabilitazione respiratoria. La scoperta della positività al Covid-19 risale al 2 giugno, a quel punto l'istituto si è immediatamente attivato, contattando la Asl. Ma il sospetto di chi indaga è che il contagio possa risalire a diverse settimane prima e che sia rimasto sottotraccia. Anche il Servizio sanitario regionale, difatti, sta richiamando tutti i degenti dimessi dal 1 maggio in poi. L'inchiesta punta alle possibili falle nelle diagnosi dei ricoverati, prima o dopo l'accettazione al San Raffaele. L'obiettivo è capire se gli ospedali da cui i pazienti provenivano abbiano realizzato tutti gli esami necessari e se lo stesso abbia fatto la clinica privata di via della Pisana. Secondo fonti investigative, alcuni ricoverati avrebbero presentato patologie compatibili con una sindrome respiratoria fin dall'inizio. Il quadro clinico quindi, prima o dopo l'approdo all'istituto di riabilitazione, avrebbe potuto essere considerato diversamente. Aspetti a cui solo gli accertamenti dei prossimi giorni potranno dare risposta. Dal San Raffaele assicurano di avere rispettato tutte le procedure. Il fascicolo appena aperto in Procura è senza ipotesi di reato e indagati, al momento.
La Regione intanto prova a mettere argine al focolaio, che dalla clinica ha raggiunto le altre province del Lazio, da Rieti a Latina (ieri altri due casi a Guidonia), al quartier generale della Rai a Saxa Rubra, dove però il contagio sembra essersi arrestato: dopo i 5 operatori tv infettati, gli ultimi 50 test negli studi tv hanno dato esito negativo. In totale, per provare a rintracciare i casi riconducibili al cluster sono stati eseguiti quasi 5 mila esami in pochi giorni. «Il doppio di Vo' Euganeo», ha sottolineato ieri l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato. «Nel caso del San Raffaele - ha aggiunto - ci sono state delle lacune che adesso stiamo ricostruendo. C'è un problema di percorsi, di direzione sanitaria e di controlli». Ma il sistema delle verifiche incrociate, è convinto l'assessore, «ha funzionato, si è risposto con grande tempestività, ma non dobbiamo mai abbassare la guardia perché sono situazioni che possono ripresentarsi». All'interno dell'istituto restano sessanta pazienti. Insieme al personale sanitario, saranno sottoposti a un nuovo ciclo di esami nei prossimi giorni. Sperando che stavolta, a differenza di quanto accaduto la settimana passata, i tamponi negativi, ripetuti, non diventino positivi.
Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Giugno 2020, 13:04
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