Alessio e quell'orrore negli occhi: «Come stanno i miei?»
di Chiara Graziani
«La mia famiglia è in ospedale, vero? Li stanno curando, quando li potrò vedere?». La nonna del cuore, Gilberta, che viveva con lui nel casolare appena ristrutturato dal papà architetto, è in viaggio, con gli zii materni ed i nonni paterni. I grandi dovranno metterlo davanti alla realtà che ha travolto e distrutto anche loro. Perchè Alessio si è voluto convincere che quei testimoni che ha disperatamente invocato in aiuto, indicando in lacrime la caldera fumante, abbiano potuto fare qualcosa per la sua famiglia. Le sue domande continue, improvvise dopo lunghi silenzi, sono una verifica, un esorcismo di quello che la paura gli suggerisce. «Che dicono i dottori?» si sentono chiedere continuamente i grandi.
Il suo tutore pro-tempore, il sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolìa, fama da duro, è scosso e conferma soltanto: «Il piccolo non ha consapevolezza, ancora. Quello che ho visto, da poco dopo mezzogiorno fino a queste ore, ha cambiato la mia vita. Vedo quel bambino che ancora spera, quel buco e nulla sarà come prima. Sarà fatto il massimo per lui ed i suoi familiari».
A metà pomeriggio hanno chiesto di nuovo ad Alessio: «Hai fame? Cosa vuoi mangiare?». E Alessio si è ricordato di aver fame, la mattina aveva voluto solo un pezzetto di pane prima di uscire dal resort del cratere per l'escursione. Ha chiesto la cotoletta con le patatine fritte, fatta arrivare di carriera dal ristorante. L'ha mangiata tutta, di gusto apparentemente. «Posso vedere la tv?» ha chiesto poi. La domanda era attesa. Ovviamente solo cartoni animati e nessun canale che trasmettesse informazione col viso da ragazzina della sua mamma.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 14 Settembre 2017, 09:44
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