Associazione a delinquere e violenze: blitz all'alba contro la gang dei ventenni

Associazione a delinquere e violenze: blitz all'alba contro la gang dei ventenni
Violenza sessuale di gruppo, stalking, rissa, rapina, lesioni, violenza privata. Sarebbero questi i “guai” in cui si sono messi gli 11 ventenni della banda, finita sotto inchiesta per presunta associazione per delinquere. Giovani che, secondo quanto ipotizzato nell’indagine, starebbe terrorizzando altri ragazzi dal settembre 2018. Il gruppo di ventenni (3 sono italiani, gli altri di origine magrebina) sono stati risvegliati ieri mattina all’alba dalla polizia che ha effettuato 11 perquisizioni in gran parte della provincia, da Belluno a Ospitale, fino a Limana e Mel, spingendosi anche a Domegge. Gli agenti della squadra Mobile sono arrivati in forze, con decine di uomini e anche unità cinofile, per acquisire materiale e sequestrare in particolare telefoni, tablet, pc, schede sim e hardware. Materiale su cui verrà effettuata una consulenza tecnologica per verificare i contatti tra gli undici e la effettiva associazione finalizzata a commettere reati.
IL BLITZ
Erano le 5 di ieri mattina quando i poliziotti della Mobile della Questura, con il supporto degli operatori della polizia di Stato di Padova, arrivati con il cane antidroga Aiko, hanno effettuato in contemporanea gli accertamenti nelle 11 case degli indagati. Il decreto di perquisizione domiciliare, personale e sequestro era stato emesso il 28 maggio scorso, dal sostituto procuratore Roberta Gallego, che coordina l’inchiesta.
GLI ACCERTAMENTI
Gli agenti sono arrivati all’alba nelle abitazioni a Belluno, Limana, Mel, Sorverzene, Longarone, andando in alcuni casi anche nei luoghi di lavoro, a Domegge, ad esempio. Ad aprire la porta in tutti i casi i genitori dei ragazzi, che, ancora molto giovani, vivono in famiglia. Si è proceduto agli accertamenti nei locali, con il cane e poi alla perquisizione personale. Ma quello che cercava la polizia erano cellulari, pc supporti informatici dove potessero essere contenute le prove delle persecuzioni ai coetanei e dell’organizzazione di quel presunto sodalizio criminale. 
L’INIZIO
La banda avrebbe cominciato ad agire alla sagra di Polpet, tra fine agosto e inizio settembre 2018. È allora che si verificò una vera e propria rissa, che si chiuse con lesioni gravissime ai danni di un 18enne, oltre a altri 4 feriti. Erano le 3 di notte e arrivano in forze le pattuglie della Questura. Alcuni contendenti spaccarono letteralmente la testa al 18enne: la prognosi parlava infatti di frattura del cranio. Da lì parte l’inchiesta della Procura che è ancora in fase di indagine, ma di cui si è appreso ieri, dopo la maxi-perquisizione e gli avvisi di garanzia agli 11 indagati.
IL SODALIZIO
Sarebbe una violenza sessuale di gruppo, avvenuta il 31 agosto 2018, il passo che avrebbe portato la gang a unirsi per commettere reati. La banda di ragazzi spregiudicati (che nonostante la loro giovane età in molti casi hanno avuto problemi con la giustizia) si sarebbero sentiti invincibili tanto da fare il bello e cattivo tempo alla sagra. In quei giorni della festa a Polpet avrebbero rapinato, palpeggiato, preso a botte coetanei. Erano i “boss” e le regole le facevano loro. Il 31 agosto, oltre alla violenza sessuale di gruppo, i ragazzi avrebbero messo a segno una rapina. La nottata sarebbe poi culminata nella rissa e nelle lesioni. Da quel momento in poi avrebbero iniziato una vera e propria persecuzione ai danni della malcapitata vittima, con chissà quali intenzioni. La banda sarebbe diventata, secondo quanto ipotizzato dalla Procura nell’inchiesta, una vera e propria associazione a delinquere dal 12 novembre 2018. È il giorno in cui sarebbe avvenuta la seconda violenza sessuale di gruppo ai danni di coetanei a Belluno. E poco dopo, il 19 novembre, arriva anche la contestazione di atti persecutori. Scarsissimi i particolari trapelati, anche perché la vicenda si sta ancora ricostruendo. 
GLI INDAGATI
Iscritti a vario titolo nel registro degli indagati D.F., 19 anni di Belluno, Sofian Dhahi, 18enne nato a Pieve di Cadore, F. L., 18enne nato a Belluno residente a Longarone (per lui tra le ipotesi di reato non c’è la violenza sessuale di gruppo), M. B., 19enne nato in Marocco residente a Mel, il fratello H. B., 22enne marocchino anche lui residente a Mel (per lui tra le ipotesi di reato non c’è la violenza sessuale di gruppo), F. B., 19enne residente a Soverzene, Y.R. M., 22enne nato in Marocco residente a Belluno (anche per lui non si ipotizza il reato di violenza sessuale di gruppo), F.S., 20enne nato a Pieve di Cadore e residente a Ospitale (per lui si ipotizzano solo le lesioni), Andrea Guarnieri, 19enne belluense, A.M. di origine marocchina, minorenne all’epoca dei fatti e A. E.K.18enne nato a Napoli e residente a Limana (per lui si ipotizzano solo stalking e lesioni). Ieri qualcuno ha chiamato l’avvocato di fiducia, quando è stato sottoposto alla perquisizione, e hanno nominato l’avvocato Mina Ombretta Ponticiello. Ad altri è stato assegnato un legale di ufficio, l’avvocato Cristina Riccitiello. Sequestrati cellulari e pc che ora saranno analizzati dagli inquirenti.
Ultimo aggiornamento: Sabato 8 Giugno 2019, 14:49
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