Marmolada sotto la lente dell'Università: è una sentinella del clima

Marmolada sotto la lente dell'Università: è una sentinella del clima

di Dario Fontanive

“Dalla Marmolada a Vaia: effetti territoriali del clima che cambia”: il comprensorio di Rocca Pietore si conferma al centro di interessi scientifici che puntano a ridisegnare il contesto atmosferico planetario dopo i mutamenti climatici i cui effetti sono ormai all’ordine del giorno. È come se in Marmolada ci fosse un osservatorio perenne che attira studiosi a scienziati. Sempre qui, ai piedi del gruppo al confine tra le provincie di Belluno e di Trento, la tempesta Vaia ha provocato i suoi danni più devastanti che ancor oggi a quasi tre anni di distanza da quei giorni tremendi la tenacia degli abitanti sta cercando di riparare.


IL RITIRO
La “Regina” delle Dolomiti in cento anni ha perso circa il 90 per cento del suo manto ghiacciato. Un dato che ha sollevato l’interesse degli studiosi dell’Università di Padova che nei giorni scorsi organizzato un’escursione a Rocca Pietore e in Marmolada alla quale hanno partecipato un gruppo di diciassette giovani geografi e geografe provenienti da tutta Italia, guidati da Mauro Varotto, Francesco Ferrarese, Alberto Carton, Raffaele Cavalli dell’ateneo patavino e Giuseppe Menegus per la Regione del Veneto. «”Dalla Marmolada a Vaia” è il titolo dell’escursione- spiega Varotto- è un moto a luogo figurato: in realtà in un territorio comunale come quello di Rocca Pietore, ai piedi della Marmolada, si assiste ad un concentrato pauroso di effetti territoriali generati dal riscaldamento globale: ritiro dei ghiacciai, eventi estremi, innalzamento dei limiti vegetazionali, diffusione del bostrico che produce la moria degli abeti rossi, è una sorta di palestra per gli scienziati. L’escursione era una delle tre organizzate all’interno del Congresso nazionale dedicato alle “Geografie in movimento”: un tema qui declinato in direzione dei bruschi movimenti imposti dal clima ai nostri territori e alle nostre economie, che non potranno più essere le stesse nei prossimi decenni».

Sul ritiro del ghiacciaio si innesta poi il post Vaia con il bostrico che aggiunge devastazione alla devastazione. 


LA SCELTA
Ci si trova quindi davanti a una sorta di bivio: da una parte si prosegue lungo la strada dell’antropizzazione con piste di sci, impianti e teli a proteggere quel che resta del ghiaccio e dall’altra si progetta una sostenibilità che preservi l’ambiente. Due direzioni apparentemente opposte, nel mezzo la sopravvivenza delle terre alte che di turismo vivono. La ricerca del compromesso è forse la via migliore anche se la più complicata da mettere in pratica. La ricerca scientifica serve anche a questo. 


Ultimo aggiornamento: Domenica 19 Settembre 2021, 10:57
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