Maria Laura Baccarini, al Piccolo Eliseo
in scena con 'Gaber, io e le cose'

Maria Laura Baccarini, al Piccolo Eliseo in scena con 'Gaber, io e le cose'

di Claudia Faggioni
Maria Laura Baccarini porta in scena Gaber, io e le cose, viaggio tra teatro e canzone nell’opera dell’indimenticato cantautore, attore e regista. 

«Uso Gaber per parlare in prima persona - spiega la Baccarini - Sono sue parole, ma c’è tutto il mio cuore, la presa di coscienza delle mie fragilità e la speranza nel potenziale dell’essere umano, nonostante tutto».
«L’idea è nata dall’amore eterno per Gaber continua - e anche dal bisogno di crescere. La canzone del titolo, una delle mie predilette, descrive perfettamente il contenuto di questo lavoro. Il linguaggio di Gaber, e del suo inseparabile paroliere Sandro Luporini, è una sorgente infinita di emozioni». 

Ed è ancora molto attuale
«Mai come ora. C’è bisogno di ridare alle parole il loro peso, la loro consistenza, la loro specificità. Quello di Gaber e Luporini è un linguaggio diretto, essenziale e raffinato. La loro visione della realtà, così lucida vent’anni fa, corrisponde perfettamente al nostro presente. Siamo noi che arriviamo tardi all’appuntamento con la coscienza». 

Sarà accompagnata dal violinista francese Régis Huby
«Uno straordinario musicista, compositore, improvvisatore e arrangiatore. Crea un paesaggio sonoro evocativo che dà al testo lo spazio perfetto per arrivare al pubblico con tutta la sua forza». 

Avete portato lo spettacolo in giro per l’Italia e la Francia
«Mi ha molto sorpreso la reazione dei francesi a un programma tutto in italiano, senza sottotitoli. I contenuti sono così universali che vanno al di là della comprensione linguistica». 

Cosa rappresenta Gaber per lei? 
«Lucidità, coerenza, passione, intelligenza, ironia. L’umiltà di mettersi in gioco guardando sempre negli occhi quell’uomo che ogni tanto accusa, ma lo fa con il dolore di un padre che vede suo figlio distruggersi con le proprie mani».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Febbraio 2016, 09:32
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