Quirinale, corsa contro il tempo per riparare il pennone della bandiera tricolore rotto dal vento

Quirinale, corsa contro il tempo per riparare il pennone della bandiera tricolore rotto dal vento

di Paolo Ricci Bitti
​Quirinale ancora senza bandiera italiana principale, corsa contro il tempo sul Torrino. Continua l’anomalia storica, che qualcuno ha subito interpretato in chiave di presagio, causata da quel tricolore strappato in parte dal vento venerdì pomeriggio, proprio durante la terza votazione per l’elezione del presidente della Repubblica.



Ieri mattina i lavori sul Torrino, nonostante la pioggia, sono proseguiti ed è stato effettuato anche un sopralluogo da parte dei vigili del fuoco, ma, come si temeva, non si tratta di un lavoro semplice. Gli stessi vigili del fuoco hanno poi iniziati i lavori di installazione dei cavi d'acciao.











Già i corazzieri, che al Quirinale si occupano anche di queste ”manovre”, avevano constatato venerdì che le raffiche di libeccio avevano spezzato uno dei cavi del pennone principale e che anche il basamento della stessa asta necessita di accertamenti. Un bel problema, quantomeno di immagine. E proprio adesso, proprio in questi giorni, con tutti gli obbiettivi puntati, non solo metaforicamente, su quel palazzo: nessuno ricorda quel pennone senza il tricolore che resta sempre issato, semmai solo a mezz’asta durante i giorni di lutto nazionale.



La bandiera misura 4 metri per 6 e faceva impressione vederla sbattacchiata dal vento e avviluppata su se stessa, a tratti schiaffeggiata sull’arco campanario del Torrino. Come rimediare, allora, almeno provvisoriamente? Una volta ammainata, verificata e reissata - già che c’erano - anche quella celeste dell’Europa (e in quel momento il Torrino era senza alcuna bandiera, altra anomali), i corazzieri hanno alzato un tricolore più piccolo, 2 metri per 3, sul pennone secondario ancora ”disoccupato”, ma non in grado di reggere la bandiera italiana più grande, soprattutto in questi giorni di forte vento. Questo pennone secondario è quello che regge il quadrato stendardo presidenziale (attualmente si usa il modello dell’anno 2000, introdotto da Carlo Azeglio Ciampi) per segnalare che il capo dello stato si trova in ”casa”, all’interno del Quirinale.

Da quando Napolitano è tornato in via dei Serpenti quel pennone è appunto disoccupato, ma per quante ore ancora? E che accadrà se il pennone principale non sarà ancora riparato quando il nuovo presidente entrerà nel quirinale. Di solito è quello stendardo che emigra quando il presidente della repubblica ospita qualche capo di stato: allora viene issato sul pennone principale sotto la bandierona tricolore per lasciare alla bandiera dello stato dell’ospite l’asta dello stendardo. L’anomali continua, per i presagi ognuno si regoli come crede.
Ultimo aggiornamento: Sabato 31 Gennaio 2015, 12:15