Capotreno aggredito col machete: fermato "uccello pazzo", è il quarto uomo della gang latinos

Capotreno aggredito col machete: fermato "uccello pazzo", è il quarto uomo della gang latinos

di Salvatore Garzillo
E siamo a quattro. La mobile ha arrestato il quarto componente del gruppo di sudamericani che giovedì ha aggredito a colpi di machete due ferrovieri nella stazione di Villapizzone.





Dopo i tre ventenni tocca al più grande, Andres Antonio Lopez Barraza, nato a El Salvador 36 anni fa e veterano della gang Ms13. A differenza dei complici, la sua affiliazione alla banda criminale risale al periodo in cui viveva a El Salvador, come dimostrano i grandi tatuaggi sul corpo dedicati alla Mara Salvatrucha. Lopez Barraza, soprannominato “Pajaro loco”, uccello pazzo, si è costituito chiamando il centralino della polizia. Si è arreso quando ha capito di non poter sostenere una latitanza. In realtà non ha fatto altro che anticipare i tempi visto che gli agenti stavano già monitorando lo stabile dove dormiva, in viale Bligny 42, noto per essere chiamato il “fortino della droga” a causa dello storico spaccio di stupefacenti all’interno che va avanti da anni. Tutti lo sanno ma nessuno è in grado di ripulire il palazzo. Il livello di degrado è tale e così famoso che pur trovandosi a pochi passi dalla Bocconi gli appartamenti costano un terzo di quelli della zona.



Non è chiaro da quanto tempo Lopez Barraza vivesse lì, difficile anche chiarire esattamente l’anno in cui è arrivato in Italia. Ciò che è sicuro, perché lo ha riferito agli agenti, è che nel nostro Paese cercava una redenzione dalle cose fatte nel proprio. Voleva cambiare vita e uscire dalle maglie della gang, invece è finito per diventare uno degli esponenti per via dell’età e del tempo di appartenenza. Non a caso il machete era di sua proprietà. Nel corso della perquisizione nell’abitazione è stato ritrovato anche il fodero che la sera dell’aggressione era rimasto a casa. L’arma invece non è stata ancora recuperata, dovrebbe essere in uno dei tanti rovi presenti lungo il percorso di fuga del gruppo. Sopra c’è il sangue di Carlo Di Napoli, il capotreno a cui hanno quasi staccato un braccio perché si era “azzardato” a chiedere il biglietto.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Giugno 2015, 09:42
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