Milano, sfregia con l'acido l'ex fidanzato: arrestata. Lui rifiutava il 'triangolo' amoroso

Milano, sfregia con l'acido l'ex fidanzato: rifiutava il "triangolo". Arrestati studentessa bocconiana e il suo amante
MILANO - Lo ha attirato in via Carcano con la scusa di consegnargli un pacco e poi, insieme all'attuale amante, gli ha gettato dell'acido in faccia.

Il movente

Martina Levato, 23enne studentessa della Bocconi, avrebbe escogitato tutto per vendicarsi dell'ex fidanzatino del liceo, Pietro Barbini, colpevole di non voler partecipare al triangolo amoroso ideato da lei e dal compagno Alexander Boettcher, 30 anni, sposato e gestore di un patrimonio immobiliare.



Tra la Levato e l'uomo si era creato un rapporto «morboso» e «totalitario», hanno spiegato gli investigatori che indagano sul fatto. Dalle indagini è emerso, infatti, che la giovane, ex studentessa modello del liceo Parini, che frequentava insieme a Barbini, sei mesi fa circa aveva raccontato all'ex compagno di scuola tutta una serie di dettagli del suo rapporto borderline con Boettcher. L'uomo,

milanese e la cui famiglia è di origine tedesca, è stato, tra l'altro, anche candidato alle ultime elezioni regionali lombarde per la lista '3L', movimento fondato da Giulio Tremonti.



La vicenda

Il giovane di 22 anni aggredito ieri in via Carcano e Martina Levato avevano ripreso, infatti, a sentirsi su 'WhatsApp' dopo aver avuto una storia da ragazzini e il giovane, in particolare, dopo aver letto dettagli (definiti dagli investigatori «allucinanti») del rapporto della studentessa con l'uomo sposato, le aveva detto di troncare quella relazione. Lo scorso agosto, inoltre, è stato lo stesso Boettcher a scrivere un messaggio al giovane nel quale gli diceva, in sostanza, che Martina non meritava niente e entrambi avrebbero dovuto «coalizzarsi» contro di lei.



Per l'aggressione al 22enne il giudice ha convalidato i due arresti. La ragazza, ascoltata in aula dal giudice di Milano Lorella Trovato durante l'udienza di convalida dell'arresto, aveva ammesso di aver gettato l'acido addosso a Barbini, compagno di scuola al liceo Parini di Milano, cercando però di scagionare l'attuale fidanzato che, secondo la sua versione, «non era consapevole» delle sue intenzioni. Non avrebbe fornito invece spiegazioni sulle telefonate per attirare il giovane, che vive a Boston ma era tornato a Milano per le vacanze di Natale, in via Carcano.



Boettcher invece, arrestato dalla polizia subito dopo l'aggressione, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ulteriori riscontri sul suo ruolo di Martina Levato sono arrivati dal racconto della vittima e dall'analisi degli sms memorizzati nel suo telefono telefono cellulare. È stata quindi arrestata nella casa dove vive insieme ai genitori a Bollate, nell'hinterland milanese. L'acido è stato invece trovato in una casa affittata da Boettcher, nato in Germania ma residente da anni a Milano, che si era presentato in via Giulio Carcano armato di martello.



I precedenti

La giovane già stata denunciata nel maggio scorso da un altro uomo per tentate lesioni compiute con un coltello. «La conseguenza di un fatto così grave non può che essere la custodia cautelare in carcere», ha

spiegato il pm di Milano Marcello Musso intervenendo in aula dopo l'interrogatorio della ragazza. «Martina Levato si è dimostrata una bocconiana reticente, falsa e spocchiosa - ha proseguito - La sua

confessione è tale perchè l'hanno beccata con le mani nella marmellata ma non ci ha detto chi ha teso la trappola».



Il difensore della studentessa, avvocato Paola Bonelli, ha sostenuto la necessità di «valutare la

capacità di intendere e di volere» della giovane, opponendosi alla misura della custodia cautelare in carcere che «avrebbe effetti deleteri su una persona che presenta già diverse fragilità».



La studentessa

Una personalità particolare quella di Martina Levato, che, è emerso dalle indagini, avrebbe sul viso una piccola cicatrice a forma di A, che si sarebbe fatta incidere come gesto di «eterna dedizione» nei confronti dell'amante.



Nell'appartamento dell'uomo, in zona Navigli, gli inquirenti, oltre a sequestrare cinque flaconi di acido muriatico hanno trovato anche un bisturi e del cloroformio. Quando gli hanno chiesto a che cosa gli servisse, Boettcher avrebbe risposto che utilizzava il bisturi per incidere il suo nome sul corpo delle ragazze che lo desideravano. Martina Levato, che ha cercato di difendere l'uomo anche nell'interrogatorio di oggi davanti al giudice delle direttissime, ha detto alla polizia, però, che quella cicatrice che ha sulla guancia non l'ha fatta Boettecher, ma un tatuatore.



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Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Dicembre 2014, 18:30