"L'uomo-uccello" attraversa il cerchio di fuoco:
la nuova impresa del basejumper italiano -Foto

"L'uomo-uccello" e la nuova impresa: attraversa il cerchio di fuoco
Il basejumper altoatesino Uli Emanuele ha compiuto un'altra impresa ritenuta finora impossibile: con la tuta alare ha attraversato in volo un cerchio di fuoco, il tutto ad una velocità di 170 km/h. Si tratta di un nuovo record dell'uomo-uccello, diventato l'anno scorso di colpo una star per aver attraversato in volo una «cruna d'ago», ovvero una fessura di roccia di poco più di due metri di larghezza. «Quello dell'anello di fuoco - racconta - è stato il mio salto più difficile finora». 
 
 
 
La famiglia Emanuele è abituata a vivere con il fiato sospeso. Da giovane Uli ha seguito infatti le orme di suo padre, un paracadutista esperto, ma presto il lancio dagli aerei non lo soddisfaceva più. Così Uli si è spostato verso il basejumping. Si lanciava da pareti di roccia a strapiombo e da grattacieli, aprendo il paracadute in volo. Il passaggio al wingsuit, la tuta alare, è stato poi quasi scontato.

«La tuta alare - racconta Uli - all'inizio serviva solo allo scopo di allontanarsi dalla parete per ridurre il rischio incidenti, ma poi lo sviluppo tecnologico della wingsuit ha fatto passi da gigante». Per Uli la tuta alare, per un certo periodo, è stata addirittura un mezzo di trasporto. Fino all'anno scorso l'altoatesino lavorava infatti come lavapiatti in un rifugio in Svizzera e ogni giorno, dopo aver finito il suo turno di lavoro, si lanciava nel vuoto e volava a casa.

Da alcuni mesi il 30enne è un basejumper professionista. Nel frattempo ha effettuato oltre 2.200 salti. I video delle sue imprese, mentre sfiora campanili e attraversa strette gole di montagna, spopolano su Youtube. Il volo attraverso la «cruna d'ago» è stato cliccato quasi sei milioni di volte in tutto il mondo. «Mi sono però reso conto che la gente fa fatica a capire la complessità e difficoltà delle mie imprese, così mi è venuta l'idea dell'anello di fuoco», racconta Uli. «Si tratta - aggiunge - di uno stunt vero e proprio. Anelli di fuoco sono stati attraversati con le moto e le macchine, ma ancora mai in volo con la tuta alare».

Con un amico fabbro Uli ha così progettato l'anello di un diametro di 3,5 metri. «Volevo evidenziare la bellezza e la potenza del fuoco e così tra le fiamme resta un buco di appena 2,5 metri» spiega. Tenendo conto che l'apertura alare di Uli è di 1,8 metri e che vola a una velocità tra i 150 e i 170 km/h, non c'è il minimo margine d'errore. «Con una decina di amici - racconta - abbiamo portato l'anello pezzo per pezzo su un balcone di roccia sopra Laghetti in Bassa Atesina, affrontando ogni volta 40 minuti di cammino».

Ovviamente Uli, a differenza degli amici, tornava a valle in volo. Ad immortalare l'impresa ci pensavano 5 telecamerine Gopro fissate su Uli e da terra i fotografi Tiberio Sorvillo e Lukas Kusstatscher. Il giorno dell'impresa un forte vento avrebbe quasi impedito il salto, ma poi il vento si è placato, e Uli si è lanciato dalla montagna Sasso delle Undici. L'impresa è riuscita al primo colpo e dopo il volo, durato poco più di un minuto, è atterrato con il paracadute 1.200 metri più in basso sulla ciclabile della val d'Adige, suscitando subito la curiosità dei ciclisti e non solo.

«Questo salto - conclude - è stato molto più difficile di quello dalla cruna d'ago dal punto di vista organizzativo, ma anche tecnico, perché mentre la fessura nella roccia era ben visibile durante il volo di avvicinamento, questa volta non vedevo le fiamme.
Il mio unico punto di riferimento era il sottile cerchio d'acciaio. La soddisfazione perciò è veramente tanta». 

Ultimo aggiornamento: Venerdì 13 Maggio 2016, 22:44
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