Poste, arretrati da record: allarme per bollette e avvisi

Poste, arretrati da record: allarme per bollette e avvisi

di Antonio Menna
Il postino non suona nemmeno una volta. Toccherà riscrivere il titolo di un vecchio romanzo, poi diventato film di successo, nella troppo ampia periferia napoletana, alle prese da giorni con lettere perdute, bollette recapitate tardi, avvisi smarriti, fatture disperse, comunicazioni che se affidate al vento sarebbero arrivate prima. Sono migliaia le persone che nell’area metropolitana protestano per disagi legati alla corrispondenza non consegnata. Giorni di attesa, con il collo allungato, ad aspettare invano. Il nuovo sistema di recapito a giorni alterni, varato a ottobre dalle Poste, arranca, accumula, ritarda, e a pagarne il prezzo non sono solo gli utenti ma anche gli stessi lavoratori, i primi a dover fronteggiare la rabbia della gente.

Dopo l’aggressione, nei giorni scorsi, di un portalettere a Torre del Greco a opera di cittadini inferociti, si registrano nuove tensioni in tutta l’area metropolitana. A Pozzuoli altri due postini sono stati colpiti da malore dopo violente discussioni. I problemi maggiori nei distretti di Torre del Greco (area vesuviana) e Torre Annunziata, ma disagi si registrano anche a Pozzuoli, in particolare tra Quarto e Pianura, sull’isola di Ischia e nella zona di Marano e Calvizzano. Monta anche la rabbia dei sindaci, a cui si stanno rivolgendo molto comitati locali di protesta. Il primo cittadino di Boscoreale, Giuseppe Balzano, ha scritto ai vertici delle Poste Italiane. «Gli utenti – scrive Balzano – oltre all’irregolare o mancata consegna della posta, lamentano bollette non recapitate nella data di scadenza, lettere andate misteriosamente perse, recapiti mai avvenuti».

Sul piede di guerra anche i sindacati regionali dei lavoratori postali, che hanno indirizzato ai responsabili Sud di Poste Italiane, Calligaro, Calise e Galassini, una richiesta di incontro, annunciando azioni di protesta. «È sotto gli occhi di tutti la pesantissima situazione di criticità organizzativa in tutti i bacini di recapito della provincia di Napoli», scrivono: «Siamo allibiti di fronte alla volontà dell’azienda di ostinarsi con un sistema che mostra molti limiti. Va ripristinata l’agibilità, per la tutela del servizio e dei lavoratori. In caso contrario saremo costretti a intraprendere iniziative, anche con ricorsi». Dall’azienda non arriva alcuna replica ufficiale. «Stiamo sperimentando un sistema nuovo, che è in fase di assestamento» è la sola, laconica, dichiarazione. Il «sistema nuovo» si chiama recapito a giorni alterni, e ha mandato in soffitta il caro, vecchio portalettere di zona. L’uomo in bicicletta - una volta - che consegnava ogni giorno la posta in un rione, sempre lo stesso, alle famiglie, sempre le stesse, con la corrispondenza che era sempre quella e arrivava sempre puntuale, anche con indirizzi scritti male e la mappa caotica di certe strade interne. Il giorno prima, mai il giorno dopo. Tutto questo non c’è più. 

«Il volume di corrispondenza trattata – confidano dall’azienda – si è ridotto negli ultimi tempi, sia per le nuove tecnologie sia per la concorrenza di nuovi soggetti privati che si sono affacciati sul mercato liberalizzato. Il sistema di recapito andava per forza rivisto». Il meccanismo a giorni alterni - varato, a tappe, su tutto il territorio nazionale fin dal 2015 e partito in Campania lo scorso mese - prevede, per la sola posta ordinaria (non le assicurate, le raccomandate, i pacchi e la posta prioritaria, che seguono un altro percorso) non più la consegna quotidiana ovunque ma uno scaglionamento per zone a giorni alterni. Una settimana si consegna solo i giorni pari, quella dopo solo i giorni dispari, con un’inevitabile rotazione dei postini, chiamati a lavorare su più località. Con la nuova organizzazione l’azienda ha ricollocato in altre mansioni 150 portalettere. Restano in servizio solo 550 persone su cui si è scaricato tutto il servizio. I postini sopravvissuti ai tagli si ritrovano ogni giorno a dover evadere il doppio del carico, nello stesso tempo di lavoro, e a dover servire anche zone diverse da quelle a cui sono abituati, con meccanismi di rotazione che disorientano loro per primi. Il tutto su un territorio come la provincia di Napoli che già di suo ha grossi problemi di collegamento: aree molto ampie, distanze notevoli, toponomastica confusa, con zone interne piene di traverse, vicoli senza neppure una indicazione e con numeri civici inesistenti e case senza nemmeno le cassette postali.
Ultimo aggiornamento: Domenica 20 Novembre 2016, 08:51
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