Litiga con i vicini per il parcheggio, agente
di polizia penitenziaria fa strage: 4 morti

Litiga con i vicini per il parcheggio, agente di polizia penitenziaria fa strage: 4 morti

di Stefania Cigarini
ROMA - Ai carabinieri ai quali si è consegnato spontaneamente ha detto «Ho fatto un macello». Era vero.







Luciano Pezzella, 49 anni, agente di polizia penitenziaria in servizio al carcere di Secondigliano, a Napoli, aveva appena compiuto una strage. Con la pistola d’ordinanza poche ore prima aveva sterminato una famiglia di vicini di casa: Michele Verde, 61 anni, la moglie Vincenza Caiazza di 58, il figlio Pietro di 31 che vivevano in condominio vicino al suo in via Carducci a Trentola Ducenta, in provincia di Caserta. Pezzella ha anche ferito a morte Francesco Pinestro, 37 anni, piccolo imprenditore ortofrutticolo, deceduto all’ospedale di Aversa. La carneficina ha rappresentato il culmine di una lunga storia di liti tra le due famiglie per questioni di parcheggio nelle zone comuni.







Così, ieri mattina, Pezzella ha avuto un alterco con Pinestro che aveva parcheggiato il furgoncino in cortile per caricare cassette da frutta che gli procurava Verde, parcheggiatore al mercato ortofrutticolo. Pezzella è quindi salito in casa, si è armato della pistola d’ordinanza e prima ha ferito a morte Pinestro, con due colpi di pistola - la vittima è riuscita a rimettersi al volante, schiantandosi però contro il muretto di recinzione - poi è entrato nell'androne del condominio vicino incrociando Michele Verde che portava cassette, e uccidendolo. Quindi è salito nell’appartamento dei Verde uccidendo Vincenza e il figlio che, sentiti i rumori era sceso al piano di sotto, dai genitori.







Gli investigatori hanno contato almeno 15 bossoli. A salvarsi è stata la fidanzata di Pietro, Antonella, 23 anni, che, allertata dal compagno era rimasta nell’appartamento al secondo piano, dove la coppia di giovani viveva. La ragazza è stata la prima a vedere i cadaveri dei suoi cari e ad essere soccorsa, sotto shock, dai carabinieri.









Nelle immediate ore dopo la strage ci si è interrogati sulla figura di Pezzella, sposato e padre, podista appassionato, descritto come una persona tranquilla dai colleghi di lavoro, dipinto come puntiglioso sempre al limite del litigio dai vicini di casa. È certo che con i Verde la querelle durava da tempo, principalmente per il via vai di furgoncini, il trambusto del carico di cassette di prima mattina e, appunto, per i parcheggi di questi automezzi.



Dopo la strage Pezzella si è messo alla guida dell’auto e si è consegnato ai carabinieri nella caserma di Aversa. A loro, prima di venire trasferito al carcere di Santa Maria Capua Vetere, a Caserta, ha consegnato l’arma del delitto. L’uomo è accusato di omicidio plurimo.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 13 Luglio 2015, 11:22
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