Italia, meno figli e più anziani. Incremento demografico positivo solo a Bolzano
di Antonio Caperna
Il calo si registra ovunque, specialmente nelle Isole e al Sud.
Gli effetti della congiuntura economica sfavorevole sulla natalità, secondo il Rapporto, vanno a sommarsi a quelli strutturali, dovuti alle importanti modificazioni della popolazione femminile in età feconda. Si registra una progressiva riduzione delle potenziali madri dovuta sia all'uscita dall'età riproduttiva delle generazioni (molto numerose nate all'epoca del baby-boom) che all'ingresso di contingenti meno numerosi di donne a causa della prolungata diminuzione delle nascite a partire dalla metà degli anni 70. Dunque un saldo naturale della popolazione complessiva negativo ovunque, con la sola eccezione della provincia autonoma di Bolzano.
Il tasso di crescita naturale si attesta a -2,3 per mille a livello nazionale e varia dal +2,3 per mille di Bolzano al -7 per mille della Liguria. Anche Molise, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Umbria e Toscana presentano decrementi naturali superiori al 4 per mille. Il tasso di crescita naturale degli stranieri è pari in media nazionale a 12 per mille. I valori più elevati si registrano in Lombardia (14 per mille) ed Emilia Romagna (14,3 per mille), mentre il più basso in Sardegna (7,7 per mille).
Tra gli altri dati del Rapporto Istat c'è la diminuzione dei residenti rispetto al 2016 (saldo negativo per 76.106 unità) con un aumento però degli stranieri (20.870 unità) e la crescita dei nuovi cittadini italiani: nel 2016 sono più di 200mila, 40 ogni mille stranieri, con un incremento rispetto al 2015 del 13%. Infine le persone che hanno lasciato l'Italia nel 2106 sono 157mila (115mila di cittadinanza italiana) con un incremento di 12mila unità rispetto al 2015.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 14 Giugno 2017, 09:30
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