Di mezzo ci sarebbe la fidanzata diciannovenne del primo degli accusati del delitto, ingelosito dalla sua frequentazione con Ismaele. Un ”dramma della gelosia”, tutto consumato a colpi di post su Facebook e altri social media, passati al setaccio dai carabinieri che hanno così individuato i due giovani. Tra gli indizi a loro carico anche il fatto che i loro cellulari sono stati agganciati dalla cella telefonica del luogo in cui è stato trovato il corpo di Ismaele.
Portati dalla caserma fino al carcere di Villa Fastiggi a Pesaro, i due indiziati hanno rischiato il linciaggio da parte della folla. Sono stati in molti a cercare di colpirli con calci e pugni, mente le forze dell’ordine li portavano via. I militari hanno dovuto difenderli dalla gente della zona, amici della famiglia. Tanti, che conoscevano la vittima sin da bambino, non sono riusciti a frenare i colpi e gli insulti, gridati per il dolore della perdita. E l’incredulità per il movente. Ismaele è stato assassinato per vendetta in un luogo diverso da quello del ritrovamento, dove poi il cadavere sarebbe stato spostato nella speranza di farne perdere le tracce, lasciato in un’area boscosa. È stata necessaria quasi l’intera giornata per farli crollare. Sembrano aver capito solo durante l’interrogatorio la gravità di quel delitto atroce, già definito, per la violenza, “da videogame”.
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#Ismaele, sgozzato a 17 anni: trovati due zainetti, caccia al #killer Posted by Leggo - Il sito ufficiale on Martedì 21 luglio 2015
Ultimo aggiornamento: Venerdì 24 Luglio 2015, 09:48
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