"Hotel a rischio? In 70 anni mai una valanga": ex imputato respinge accuse

"Hotel a rischio? In 70 anni mai una valanga": ex imputato respinge accuse
Il rischio valanghe sull'hotel Rigopiano? «Facile dirlo ora. Se vogliamo, possiamo pure ammettere che era una cattedrale nel deserto. Ma io quell'albergo lo conoscevo bene, ci avevo lavorato da ragazzo per pagarmi gli studi. Era nato come rifugio dopo la seconda guerra mondiale. E in settant'anni una valanga non è mai stata presa in considerazione come possibilità».
Lo dice Massimiliano Giancaterino, ex sindaco di Farindola e fratello di una delle vittime di Rigopiano, imputato e poi assolto dall'accusa di corruzione per l'ampliamento dell'hotel.
«Sono stato sotto processo per sette anni - spiega -. Con l'accusa di essere un corrotto per non aver sanzionato un abuso. Alla fine mi hanno assolto perché il fatto non sussiste. Io ho sempre sostenuto: se davvero hanno commesso questi abusi sul suolo pubblico, come hanno fatto? L'hotel sorgeva nel Parco nazionale del Gran Sasso, un'area posta sotto strettissima tutela ambientale, dove ci sono vincoli molto stringenti e una normativa che non consente di fare sciocchezze...».
Racconta di aver visto il fratello Alessandro per l'ultima volta «qualche giorno prima a casa della madre. Ci sentivamo poco, in realtà perché al Rigopiano non c'è mai campo e Alessandro era sempre lì. Ogni tanto sfruttavamo il wi-fi per WhatsApp.
Ma ora non mi riesco a capacitare che sia morto per una serie di circostanze sfortunate»: «gli avevano offerto un passaggio e poi un collega lo aveva chiamato per dargli il cambio».

Ultimo aggiornamento: Lunedì 23 Gennaio 2017, 09:27
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