Coniugi uccisi e gettati in discarica, un fermato.
"Antonio? Impossibile, è un bravo ragazzo"

Coniugi uccisi e gettati in discarica, un fermato. "Antonio? Impossibile, è un bravo ragazzo"

di Nico Falco
“Ma chi, il figlio del fioraio? Ma non è possibile, ma nemmeno se l’avessi visto ci crederei”. A Pianura, dove è cresciuto e lavora Antonio Riano, regna l’incredulità. Il ragazzo è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso Luigi Simeone e Immacolata Assisi. I familiari hanno da decenni un negozio di fiori, nella zona sono conosciuti da tutti come persone oneste e che vivono del proprio duro lavoro. Anche il trentenne era impegnato nel magazzino e vendeva i fiori davanti al cimitero di Pianura. Viene descritto da tutti come un ragazzo serio, incapace di fare del male, molto legato al suo lavoro, alla famiglia e alla fidanzata. “Non sappiamo cosa può scattare nella testa di una persona, - si lascia sfuggire uno dei commercianti della zona, - ma noi che lo conosciamo sappiamo che è un bonaccione, mica un criminale”. L’idea che l’arresto sia stato effettuato su basi concrete lascia a bocca aperta, cozza con l’immagine che tutti hanno di quel giovane, fino a ieri conosciuto come un bravo ragazzo senza grilli per la testa e che oggi dovrà fare i conti con una terribile accusa. Tutti sperano in un capovolgimento improvviso, in un dietro front della Procura. In un elemento che possa saltare fuori e scagionare il giovane, provando la sua estraneità. L’interrogatorio, il fermo, la ricerca di un avvocato: tutte cose che Riano, che così come la sua famiglia non ha mai avuto a che fare con la Giustizia, non si sarebbe mai aspettato di trovare sul suo cammino. “Ma adesso dovranno controllare le impronte, vedere se ha lasciato tracce?, - si chiede una ragazza, - anche se qui i conti non tornano, uno che vuole uccidere due persone non si lascia dietro così tanti indizi”. Davanti al negozio di fiori, i familiari preferiscono trincerarsi nel silenzio. Si scambiano sguardi increduli con i tanti che vanno da loro a chiedere notizie, a cercare di capire. Nemmeno loro sanno spiegarsi cosa sia successo, aspettano che il loro avvocato delinei una situazione i cui contorni ancora non hanno inquadrato. Al centro della faccenda di sangue, secondo gli inquirenti, un appartamento che Riano stava acquistando dai coniugi. La casa, stando a quanto affermano alcune persone che nei giorni scorsi avevano avuto modo di parlare col ragazzo, era stata già quasi interamente pagata. Mancava una piccola parte da saldare e le formalità burocratiche, ma c’era stato già il passaggio di chiavi. Un sogno che si avverava per il trentenne, che aveva scelto quell’appartamento perché si trovava nei pressi dell’abitazione della fidanzata, con cui sarebbe andato presto a vivere. Poi, però, la situazione sarebbe precipitata. Una discussione nata per questioni finanziare, che avrebbe trasformato, secondo gli elementi in mano agli investigatori, quello che viene definito come “una perla di ragazzo” in un assassino.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Aprile 2015, 21:36