“Non volevo l’anestesia, lo avevo detto. L’anestesista l’ha fatta comunque. Appena ha infilato l’ago ho sentito un dolore fortissimo al petto. L’ho detto subito. Lei mi trattava in modo molto arrogante. Ha tirato fuori l’ago, lo ha rimesso dentro. Lo ha mosso un po’, ho sentito un nuovo dolore fortissimo al centro del petto. Iniettata l’anestesia, si è allontanata per aspettare l’effetto”.
Qui è iniziato l’incubo di Gabriella.
“Mi lasciano sola in questa sala pre-operatoria, dopo tre minuti, inizio a sentire un dolore fortissimo al petto. Inizio a chiedere aiuto, la chiamavo, non mi rispondeva nessuno ma la sentivo che armeggiava dietro di me. Allora ho iniziato a strillare aiuto. Sento l’anestesista che dice: Sedala altrimenti questa rompe i c… per tutto l’intervento. Ho percepito che perdevo i sensi proprio mentre gridavo aiuto. Un incubo. Le ultime parole che ho sentito prima di dormire sono state di un infermiere: Non è che abbiamo fatto qualcosa di male noi perché la signora urla così tanto. Io urlavo perché le mi aveva bucato un polmone”.
Poi, l’operazione.
Nei giorni seguenti, l’aiuto dell’amico che la fa operare in altra clinica.
“A quell’anestesista dico solo di mettersi una mano sulla coscienza, così magari la ritrova”.
I commenti su Facebook
"Sedala, altrimenti questa rompe i c…":Gabriella, moglie di #Raf, e l'incubo in clinica
Posted by Leggo - Il sito ufficiale on Domenica 26 aprile 2015
Ultimo aggiornamento: Lunedì 27 Aprile 2015, 09:58
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Profilo Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout