Fecondazione, cade il divieto di selezione
degli embrioni in presenza di malattie gravi

Fecondazione: non è più vietata la selezione degli embrioni malati

di Valeria Arnaldi
ROMA - La selezione degli embrioni non è reato. Non più. A stabilirlo è stata la Corte Costituzionale che, con sentenza, ha dichiarato illegittimo l’articolo sul divieto di selezione contenuto nella legge 40/2004 sulla fecondazione assistita. Ovviamente, solo in casi specifici.





La scelta non è reato ove sia finalizzata ad evitare l’impianto di embrioni affetti da grave malattie trasmissibili, ossia, secondo quanto previsto dalla legge 194 sull’aborto, “quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna”.



A sollevare la questione era stato il Tribunale di Napoli, in un procedimento contro alcuni medici accusati di produrre embrioni umani con finalità diverse da quelle previste per legge. La sentenza della Corte Costituzionale si fonda sul diritto alla salute, stabilito dall’articolo 32 della Costituzione, e sul diritto al rispetto della vita privata e familiare, a partire dal desiderio di generare un figlio non affetto da malattia genetica. Nello stesso atto, la Corte Costituzionale ha dichiarato infondata la questione sulla sanzione penale prevista in caso di soppressione di embrioni, che rimane punita con reclusione fino a tre anni e sanzioni da 50mila a 150mila euro. Gli embrioni affetti da patologie, dunque, non potranno essere utilizzati ma dovranno comunque essere conservati.








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Posted by Leggo - Il sito ufficiale on Mercoledì 11 novembre 2015




Ultimo aggiornamento: Giovedì 12 Novembre 2015, 07:35
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