Chiedeva scarcerazione per motivi di salute,
il giudice dice no. Daniele muore in cella

Chiedeva la scarcerazione per motivi di salute, il giudice dice no. Daniele muore in cella

di Lorenzo Sconocchini e Claudio Comirato
ANCONA - Due settimane fa il suo avvocato aveva battagliato in udienza per ottenere dal Tribunale di Sorveglianza il rinvio dell’esecuzione della pena per motivi di salute. Ma la decisione dei giudici, basata sul parere del medico interno al carcere di Montacuto, era stata negativa: il detenuto aveva delle patologie, ma le sue condizioni non erano ritenute incompatibili con il regime carcerario. Dunque, niente scarcerazione.



Ieri mattina Daniele Zoppi, anconetano di 34 anni, è stato stroncato da un malore nella casa circondariale dove stava scontando un cumulo di pene relative a reati sugli stupefacenti e truffe. I suoi compagni di cella, verso le 8, l’hanno visto bianco come un cencio, semisvenuto, e hanno dato l’allarme. Gli agenti della polizia penitenziaria sono subito accorsi e hanno allertato il 118. In pochi minuti hanno varcato i cancelli del carcere anconetano l'automedica del 118 e un mezzo della Croce Gialla di Camerano. Ma le condizione del giovane anconetano erano disperate.



Nonostante i tentativi di rianimarlo, Daniele Zoppi è morto per un arresto cardiocircolatorio provocato forse da un infarto. Per capirne le cause, probabilmente, il pubblico ministero Paolo Gubinelli oggi disporrà l’autopsia. Anche perché l’avvocato Luca Bartolini, che da diversi anni seguiva Daniele, annuncia già ora che presenterà un esposto per chiarire le cause del decesso ed eventuali responsabilità (tutte da dimostrare, sia chiaro) legate alla mancata concessione di benefici per motivi di salute.



Daniele Zoppi, un passato da tabaccaio prima di finire in brutte storie di ecstasy dall’Olanda e truffe ai commercianti, soffriva di obesità (era arrivato a quasi 130 chili) e zoppicava dopo un incidente stradale.

“Abbiamo presentato due richieste al Tribunale di Sorveglianza per ottenere il rinvio dell’esecuzione della pena per motivi di salute, perché Daniele stava male - ricorda l’avvocato Luca Bartolini -. L’ultima discussione è recentissima, il 7 luglio scorso: finalmente anche il medico del carcere aveva riconosciuto che il mio assistito aveva bisogno di costanti contatti con il servizio sanitario territoriale, ma nel giudizio finale si attestava che non era in condizioni di gravità, così il Tribunale di Sorveglianza ha ritenuto che non stesse così male da farlo uscire”.



Per la difesa invece Daniele non era in condizioni tali da stare in cella, almeno finché non fosse guarito. “Eravamo riusciti a farlo ricoverare per una ricostruzione dell’anca, soffriva di obesità e il fatto che non poteva muoversi aumentava i problemi di sovrappeso, poi aveva ernie alla schiena che gli toglievano sensibilità alle gambe”. La direzione del carcere ultimamente aveva cercato di agevolarlo, autorizzando l’uso di un montacarichi e delle stampelle, oltre a concedergli una sedia in cella. “Ma Daniele non riusciva a muoversi - assicura il suo legale -, per cui non aveva neanche la possibilità di beneficiare dell’ora d’aria”.



Da circa un anno l’avvocato Bartolini aveva presentato istanze per tirarlo fuori da Montacuto e farlo curare, anche in un centro clinico interno a un carcere. “Daniele sapeva benissimo che doveva scontare una giusta pena stando in carcere - conclude Bartolini -, ma chiedeva di poterlo fare in condizioni dignitose, dopo essersi curato”. Invece ieri è morto, in una delle giornate più roventi dell’estate. “Presenteremo un esposto per fare chiarezza”, annuncia il suo legale”.



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Chiedeva di essere scarcerato per motivi di salute.Ma il giudice ha detto no a Daniele, 34 anni.E l'epilogo è tragico http://goo.gl/RzuYBuSegui Leggo - Il sito ufficiale (y)

Posted by Leggo - Il sito ufficiale on Venerdì 24 luglio 2015

Ultimo aggiornamento: Venerdì 24 Luglio 2015, 14:06