Tenta di affogarsi insieme alla famiglia:
si salva ma viene violentata da due pescatori
di Federica Macagnone
La tragedia è avvenuta a Puducherry, nel sud dell'India. La donna e la sua famiglia hanno tentato un suicidio collettivo il 18 dicembre, dopo essere stati sfrattati per ordine della Corte suprema da un ashram, un tipo di piccolo monastero comune in tutto il Paese.
La polizia, dopo aver visionato le registrazioni delle telecamere di sicurezza di alberghi e pensioni, ha individuato due uomini che si aggiravano in modo sospetto nella zona poco prima dello stupro: i due, identificati come S. Raja, 35 anni, e un suo parente, K. Vijaykumar, 32, sono stati arrestati il giorno dopo. Il sovrintendente della polizia V. J. Chandran ha annunciato che hanno confessato di aver violentato la donna.
Il tutto mentre l'India sta combattendo contro una radicata cultura dello stupro balzata all'attenzione internazionale nel 2012, quando una donna morì dopo aver subito una violenza di gruppo a Nuova Delhi. Nel Paese leggi più severe contro i reati sessuali sono state introdotte nel 2013, dopo l'ennesimo caso di violenza di gruppo nei confronti di una studentessa che poi morì, nel dicembre 2012. Tutto questo, però, non è bastato ad attenuare il fenomeno.
Un sondaggio pubblicato la scorsa settimana ha rivelato che il 91 per cento delle donne non nota miglioramenti sotto il profilo della sicurezza, nonostante il gran numero di provvedimenti sfornati: né sotto il profilo dell'attività della polizia e dei tribunali, né per quanto riguarda l'assistenza alle donne. L'indagine del quotidiano Hindustan Times, effettuata su 2.557 donne, ha anche riscontrato che il 97 per cento delle intervistate era stato vittima di qualche tipo di molestia sessuale.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Dicembre 2014, 10:55